L’ autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta, è la forma più naturale con la quale il bambino inizia a chiedere cibi solidi, passando pian pianino e in modo graduale e spontaneo dall’allattamento al seno ad una dieta variegata che include gli alimenti tipici degli adulti.
Svezzamento e autosvezzamento: quali sono i pro e i contro dell’autosvezzamento? Nell’articolo troveremo anche con quali cibi cominciare e a quali alimenti fare attenzione.
Rispetto al passato (svezzamento significato classico) si sanno molte più cose sull’ autosvezzamento.
La naturalezza con cui il bambino inizia a richiedere altri sapori e consistenze, aiuta ad evitare traumi che potrebbero presentarsi con lo svezzamento forzato.
E’ a tutti gli effetti uno svezzamento scandito dallo stesso bambino,si vive tutto in modo più sereno con la quale vive il passaggio, proprio perché è lui stesso a scegliere il momento giusto per allontanarsi dall’allattamento, vivendo serenamente il momento della pappa.
Leggi anche:
Zucchine: i benefici di una verdura versatile e adattissima allo svezzamento
Pastina con ricotta svezzamento: ricetta e quando darla ai neonati
In passato quando il bambino arrivava ai 5 o 6 mesi d’età, il pediatra dava ai genitori una tabella sui cibi che potevano essere dati da quel momento in poi per fare la pappa, brodino o purea.
Carote, patate, zucchine, crema di riso, un cucchiaino d’olio ed uno di parmigiano e via via si aggiungevano sempre più ingredienti con il passare dei mesi, questa gradualità era dovuta per far abituare l’organismo ai nuovi cibi e scongiurare il rischio di allergie.
Oggi questa convinzione è stata superata: non è lo svezzamento a causare poi le future allergie nel bambino quindi non c’è alcun problema a fargli assaggiare, assecondando le sue richieste, tutti i cibi che mangiano gli adulti, con l’unica accortezza che siano ridotti in piccole porzioni.
E’ questo il passaggio dallo svezzamento classico che tutti conosciamo all’autosvezzamento che risponde ai segnali del bambino, ed è conosciuto come alimentazione complementare a richiesta.
Quali sono i pro e i contro dell’autosvezzamento?
Con l’autosvezzamento i bisogni del bambino prendono la nostra attenzione, si fa caso a tutti i segnali che il bambino manda senza costringerlo.
La maggior parte dei genitori osserva poi, verso gli 8 o 9 mesi, una curiosità crescente nei confronti del cibo che consumano gli adulti, quindi perchè privare questa loro scoperta di nuove consistenze?
Il momento del pasto diventa più coinvolgente per tutti ed educativo per il bambino perché lo prepara all’apprezzamento di profumi, sapori e consistenze che magari da grande continuerà ad amare senza abituarsi sempre allo stesso gusto tenue e delicato delle pappe.
Tiene in considerazione i tempi del passaggio dal latte materno ai primi cibi solidi che devono essere naturali perché sentiti e vissuti nel momento adeguato in cui tuo figlio si sente spontaneamente pronto ad assaggiare i nuovi alimenti.
L’unica cosa da tener conto, che il bambino ha perso il riflesso di estrusione, cioè quel gesto di estroflettere la lingua quando viene stimolata la bocca, che sappia sedersi in posizione eretta e che sia attratto dalla gestualità degli adulti a tavola.
Questi sono tutti segnali che possono farti star tranquilla, che giunto il momento dell’autosvezzamento, perché ti lasciano intendere che il tuo bambino è pronto per entrare in contatto con l’alimentazione a base di cibi solidi.
Essendo ancora il latte l’alimento principale di questa fase, i solidi ne diventano uno complementare che aiutano tuo figlio a conoscere i sapori, i cibi, diversificare gli odori e le consistenze.
I vantaggi dell’autosvezzamento si riversano positivamente anche sulla famiglia:
- tutti i membri della famiglia mangiano più sano perché assumono gli stessi cibi del bambino,
- si rispettano le sue scelte e i suoi gusti e tenendo
- si tiene conto della sua sazietà
- non si insiste quando rifiuta qualcosa
Per facilitare i suoi primi approcci agli altri alimenti, puoi sminuzzare il cibo facilitandogli le prime masticazioni, lasciando che il bambino stesso si porti alla bocca ciò che può prendere con le mani, per sviluppare anche le sue capacità motorie e masticatorie.
L’autosvezzamento aiuta il tuo bambino ad imparare che il cibo sazia riempendo la pancia, quindi gradualmente richiederà sempre più solidi, rallentano lentamente e naturalmente la richiesta del latte.
Come fare Autosvezzamento: con quali cibi iniziare?
Ma quali siano i cibi migliori con cui cominciare l’autosvezzamento?
Devi che non c’è una lista ben precisa proprio perché, come dicevamo, c’è ampia libertà di scelta da parte del bambino.
Potrà decidere di assaggiare dei legumi, una pasta al pomodoro, del pesce al forno, o la polpa della coscia di pollo.
Via libera anche alle spezie: questo perché se pensiamo che in altri paesi come l’India, i bambini vengono svezzati con alimenti molto speziati senza alcun rischio per la salute, perché dovremmo sottrarre ai nostri figli la possibilità di assaggiare anche il peperoncino, il pepe, il cumino oppure la paprika?
La curiosità di un bambino dell’età da svezzamento è tanta, a livelli alti: ecco perché consistenza della purea di mela o del passato di verdure, sono molto meno interessanti per lui rispetto a qualunque alimento solido.
Quando il latte materno comincia a scarseggiare, una delle prime cose di cui hanno bisogno i bambini è il ferro che, perciò la sua alimentazione deve essere ricca di carne e pesce ed in generale di alimenti proteici come i legumi o le uova.
A quali alimenti fare attenzione
Bambini e genitori quindi devono avere piena libertà nel far assaggiare ai più piccoli cibi sempre diversi e soprattutto verso i quali manifestano curiosità.
Alcuni alimenti però, per ovvi motivi vanno esclusi.
Quali sono?
- zuccheri semplici
- miele
- alcool
- cibi industriali (merendine, bibite gassate)
- alimenti fritti preconfezionati (sì invece, ad una buona frittura casalinga in piccole quantità)
Un capitolo a parte vogliamo dedicarlo al sale: c’è chi pensa che tutti gli alimenti che vengono dati ai bambini non vadano salati per non alterarne il sapore e per non far abituare il bambino al gusto salato. Altri sono invece a favore del sale, con l’unica raccomandazione di limitarlo in ogni preparazione per una questione di salute.
Autosvezzamento rischi
Tanti i vantaggi dell’autosvezzamento che però può comportare l’unico rischio di confondere il momento ideale per lasciare che il bambino inizi a sperimentare gli altri alimenti, quando fisiologicamente non è ancora pronto.
Per essere sicuri e non incorrere in questo errore, affidati ai consigli del tuo pediatra, valuta tu stessa la capacità di tuo figlio di mantenersi seduto senza aiuto , assicurandoti che abbia perso quel riflesso della lingua che è invece indispensabile nell’allattamento e facci caso se desidera esplicitamente assaggiare altri tipi di cibi.
Man mano che i suoi gusti si delineano e le sue scelte non saranno più dettate dalla sola curiosità ma dal vero e proprio gusto, potrai dire che è terminata la fase dell’autosvezzamento.
Se l’articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social. Ci aiuterai a crescere!
Visita anche il profilo Instagram e la pagina Facebook