Babywearing: cosa significa portare in fascia i neonati?

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Ultimamente è tornato alla ribalta un tema che, non ci crederete, in realtà esiste da secoli: il babywearing. Questa parola inglese non significa altro che “indossare i bambini”, ovvero “portare in fascia“. Si tratta di un’antichissima pratica sviluppata dalle donne di tutto il mondo e di tutte le culture per tenere vicino a sé i loro neonati, in modo da continuare a svolgere le loro faccende senza per questo doversi allontanare da loro. Ma come possiamo impiegare questa primitiva saggezza ai giorni nostri?

Portare neonati in fascia: come si fa?

Nell’antichità la sapienza veniva tramandata di madre in figlia, ma col tempo, come detto, questa pratica si è persa (quantomeno in Occidente). Si sono quindi rese necessarie delle figure come quelle delle consulenti babywearing, pronte a guidare la futura mamma o la neomamma in questa meravigliosa esperienza che lascia un dolcissimo segno indelebile nel cuore di portato e portatore. Sì, perché portare i bimbi in fascia non è appannaggio esclusivo delle mamme: ne possono beneficiare anche (e sopratutto!) i papà e chi si occupa maggiormente del neonato. La consulente può non solo insegnare come gestire le diverse legature della fascia babywearing, ma anche dare tanti consigli su come e quando impiegarla al meglio. Esistono infatti tantissimi modi diversi di portare con la fascia: cuore a cuore, laterale e sulle spalle. Ogni posizione ha un’età raccomandata e un suo livello di manualità, ma non temete: potete iniziare benissimo dal primo giorno di vita del vostro cucciolo.

Quali sono i benefici del babywearing?

Per raccontare quali sono tutti i lati positivi del portare i bambini in fascia non basterebbe un libro! In breve, possiamo però riassumerli così:

  • proseguimento sicuro dell’esogestazione (ovvero i 9 mesi successivi alla nascita, in cui lentamente il neonato prende cognizione dell’ambiente che lo circonda)
  • attaccamento alla figura di riferimento che aiuta a costruire un rapporto sano con sé stessi e con il mondo esterno. È stato infatti scientificamente dimostrato che la vicinanza nei primi 3 anni di vita non solo rende più sicuri da adulti, ma favorisce un distaccamento più sicuro anche durante l’infanzia.
  • riduzione delle coliche, grazie al calore dato dalla posizione “pancia a pancia”. In più, la sensazione di rilassamento che prova il neonato quando si trova a contatto con la mamma e la posizione verticale a gambe divaricate aiutano a espellere i gas intestinali senza dolore
  • comodità per il portatore (genitori o nonni che siano), che può continuare a svolgere le sue faccende in totale sicurezza, avendo il neonato sempre vicino a sé
  • riduzione del rischio di depressione post-parto, in quanto il babywearing facilita il rilascio di ormoni in grado di contrastarla e rende più semplice uscire più spesso da casa
  • centinaia di blend e fantasie meravigliose tra cui scegliere!

 Quali sono i supporti babywearing?

Del mondo del babywearing non fanno parte esclusivamente le fasce, bensì anche altri tipi di supporti che possono essere più o meno adatti in base all’età del bambino:

  • fascia elastica babywearing: spesso utilizzata per i primi mesi di vita. Benché sia un’opzione molto popolare, va ricordato che può essere appunto utilizzata solo per i primi due mesi circa. Questo perché successivamente il peso del bambino diventa eccessivo rispetto alla capacità di sostegno del tessuto e può essere dannoso per bambino e portatore.
  • fascia rigida: l’opzione indubbiamente più diffusa e versatile. Esistono decine di tipi diversi di fascia in base alla composizione, in base alla quale una fascia può essere più adatta a un neonato o a un bambino più grande. Le più comuni sono in 100% cotone, ma non mancano mix con lino, canapa e tessuti pregiati come lana e seta.
  • mei tai: se siete indecisi tra marsupio o fascia per neonati, il mei tai è un’ottima via di mezzo. Abbastanza morbido da poter essere utilizzato già dai 6 mesi (se non prima, previo consulto con una consulente babywearing) e abbastanza semplice da risultare pratico anche a chi è alle prime armi e non ha ancora effettuato alcuna consulenza.
  • marsupio: il supporto che forse hanno usato i nostri genitori con noi, anche se probabilmente all’epoca non erano ergonomici come quelli odierni! A tal proposito, assicuratevi sempre che i supporti siano veramente ergonomici, magari chiedendo in gruppi Facebook specializzati o alla vostra consulente, poiché non sempre un marchio rinomato è sinonimo di sicurezza in questi casi.

Dove acquistare marsupio, mei tai o fascia?

Se siete pronti a intraprendere questo fantastico percorso che vi regalerà innumerevoli gioie, non vi resta che cercare il vostro primo supporto. Sul web esistono moltissimi babywearing shop cui rivolgersi, e non solo. Anche su Facebook sono presenti diversi gruppi che contano decine di migliaia di iscritti, dedicati proprio alla compravendita di supporti usati. Sì, perché paradossalmente una fascia usata o un mei tai usato sono più ambiti del nuovo, in quanto le fibre del tessuto risultano più “domate”, usate, e quindi più morbide a contatto con la pelle del bambino. E non dimenticate che oltre ai supporti veri e propri, esiste un mondo fatto di accessori baby wearing pensati per le mamme!

Consigli per non sbagliare

Il consiglio è sempre quello di rivolgervi a una consulente babywearing. Questa figura non solo saprà indirizzarvi sul tipo di supporto più adatto alle vostre esigenze, ma (soprattutto) vi indicherà quali sono gli errori da non commettere. Uno su tutti? Non portare mai il bambino “fronte mondo”! Può essere deleterio per lo sviluppo delle anche e della colonna vertebrale e inoltre non fornisce un adeguato riparo dagli stimoli esterni, cui specialmente i neonati possono essere particolarmente suscettibili.

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