Covid nei bambini: il punto della situazione nell’autunno 2022

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Il peggio della pandemia sembra essere alle spalle, però come tutti ben sappiamo è ancora troppo presto per dire che ne siamo usciti del tutto. La situazione, infatti, potrebbe tornare a peggiorare a causa delle fredde temperature invernali e dell’arrivo delle influenze stagionali. Tra gli individui maggiormente a rischio, ovviamente, ci sono i più piccoli. Le infezioni da Covid-19 nei bambini, infatti, sono aumentate nelle ultime settimane, specialmente a causa della riapertura delle scuole. Quello che si prospetta, dunque, è un inverno piuttosto difficile da gestire da questo punto di vista.

Covid-19: il primo studio ISS sui bambini

Per capire meglio quale sia l’effetto del Covid sui più piccoli, si è deciso di condurre uno studio apposito prendendo in considerazione lo stato di salute di 3 milioni di bambini nella fascia 5-11 anni. L’analisi è stata eseguita da chi studia giornalmente cosa sono i virus e che manifestazione hanno sulle persone: l’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Ebbene, dai primi dati pubblicati emerge come il vaccino abbia aiutato i più piccoli a prevenire il contagio nel 29% dei casi, mentre nel 41% il siero ha permesso di evitare l’ospedalizzazione dei soggetti analizzati. Tra i bambini che sono stati contagiati dal virus SARS-CoV-2, la maggior parte di questi è risultata non vaccinata, mentre tra i vaccinati l’incidenza era assai minore. Stesso discorso vale per i casi Covid che hanno richiesto l’immediata ospedalizzazione del paziente a causa dell’insorgere di gravi sintomatologie: 15 sono stati i ricoveri in terapia intensiva necessari, mentre i decessi sono stati 2, entrambi di bambini non vaccinati. Lo studio è stato condotto in un periodo in cui la variante dominante era la Omicron, la più contagiosa in assoluto tra quelle finora studiate.

Inverno 2022: rischio “triplendemia” per i bambini

La stagione autunno-inverno 2022/2023 rischia di essere più complicata del previsto, in particolare per i più piccoli. Questo perché c’è il serio rischio che essi rimangano esposti alla cosiddetta triplendemia, la possibile infezione dovuta a tre virus diversi nello stesso momento. Stiamo parlando dell’influenza stagionale, del meno noto RSV, un virus respiratorio sinciziale, e del Covid. Ma perché sono proprio i bambini i più esposti? La risposta sta nel fatto che molti di loro sono ancora al di sotto dell’età vaccinale, specialmente per quel che riguarda l’influenza e il Covid. Il sistema immunitario, dunque, potrebbe non essere pronto ad affrontare uno di questi virus che, se contratto, provocherebbe un indebolimento ulteriore e renderebbe più facile il contagio da parte degli altri due virus. Un consiglio è quello di rivolgersi al più presto al proprio medico di base per capire se sia il caso di sottoporre il bambino almeno al vaccino antinfluenzale. Infatti, mentre per influenza e per il Covid c’è la possibilità di usare armi preventive, per l’RSV non vale lo stesso ragionamento. Questo virus, per cui non ci sono ad oggi vaccini in grado di prevenirlo, potrà manifestarsi sotto forma di infezioni bronchiali.

Come gestire un bambino positivo in casa?

Nei bambini, spesso, il Covid-19 riesce a passare in forma quasi del tutto asintomatica o con sintomi piuttosto blandi e simili a quelli di una normale influenza, come tosse, febbre, raffreddore e, raramente, dissenteria. Tuttavia, in pochi casi il virus può sviluppare anche complicanze più gravi, ma solitamente non accade. L’assistenza domiciliare, dunque, diventa il miglior metodo di cura per il piccolo paziente. Con assenza totale di sintomi, il contagio non deve essere trattato tramite medicinali, ma semplicemente monitorando lo stato di salute del bambino. In caso di sintomi simil-influenzali, invece, dovranno essere somministrate le medicine usate per questo genere di disturbi (tachipirina, ibuprofene) evitando antibiotici o farmaci a base di cortisone. Solo qualora il bimbo inizi a presentare complicanze più serie quali eccessiva sonnolenza, difficoltà deambulatorie o respiratorie, si dovrà valutare il ricovero in ospedale. In tutti i casi, i genitori dovranno provvedere all’isolamento domiciliare, seppur negativi. Nel seguire il decorso dell’infezione, poi, dovranno igienizzare e areare gli ambienti il più possibile, utilizzando sempre i dispositivi di protezione individuale al fine di evitare il contagio.

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