Durante la gravidanza, il corpo della donna cambia, così come le sue abitudini. Pertanto, è necessario effettuare anche una serie di analisi specifiche per monitorare la salute della mamma e del feto. Tra gli esami più utili vi è sicuramente la flussimetria. Si tratta di un esame non di routine, ma che in alcune situazioni, può essere necessaria, come ad esempio quando si verifica un ritardo della crescita fetale, malattie o malformazioni fetali (come le cardiopatie), preeclampsia o un aumentato rischio di svilupparla (ad esempio in donne che l’hanno già avuta durante precedenti gravidanze). Lo scopo, infatti, è quello di monitorare il flusso di sangue nelle arterie e verificare che la placenta funzioni correttamente, proprio per individuare eventuali problemi della mamma o del bambino. Proprio per questo, esistono due diverse tipologie di flussimetria: quella materna e quella fetale.
Flussimetria gravidanza cos’è
Come anticipato, durante la gestazione è necessario effettuare alcuni esami per avere la certezza che tutto stia procedendo bene, sia per la mamma che per il futuro bambino. Sicuramente, la flussimentria è un esame che non va sottovalutato. Questo perchè si tratta di un esame che permette di monitorare l’andamento del sangue all’interno delle vene e delle arterie della mamma e del bambino. Si tratta di un’ecografia che si basa sugli ultrasuoni ed è completamente priva di rischi sia per la donna incinta che per il suo bambino. Si tratta di un’indagine non invasiva, sicura ed efficace e può essere ripetuta più volte senza alcun rischio. La flussimetria è anche conosciuta come doppler.
Flussimetria quando si fa
L’esame viene eseguito quando ci sono preoccupazioni riguardo complicazioni durante la gravidanza, come l’ipertensione, il diabete gestazionale e la preeclampsia. La flussimetria in gravidanza è un modo per controllare lo stato di salute del feto e determinare se c’è una corretta fornitura di ossigeno a organi, tessuti e placenta. A livello tempistico, si può effettuare a partire dalla 27′ settimana di gestazione. L’esame mira a valutare l’arteria ombelicale che alimenta il cordone ombelicale, le arterie cerebrali del feto che forniscono sangue al cervello e/o il dotto venoso responsabile della trasmissione del sangue dalla placenta al cuore del bambino.
Valori di riferimento
Tramite l’analisi del flusso sanguigno del cordone ombelicale e di altri organi fetali, come il cuore e il cervello, si può determinare se il bambino sta ricevendo la giusta quantità di ossigeno dalla placenta. Se non è così, potrebbe esserci un problema e quindi va monitorato in modo costante. Il valore medio che deve essere valutato in una flussimetria fetale non deve essere superiore a 1,45. Tuttavia, la presenza di arterie uterine alterate non è necessariamente associata alla malattia, ma va valutata dal ginecologo.
Ecografia con flussimetria quanto costa
Il prezzo di questa analisi varia in base al professionista e alla località, ma non è generalmente coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. La tariffa della prestazione ambulatoriale è di circa 15 euro, mentre nel settore privato il costo può salire a 30 euro.