Riunirsi in gruppo per gareggiare lanciando dei dadi e facendo scorrere su un tabellone la propria pedina: passatempo da boomer o classico intramontabile? Tra i giochi di società più amati da grandi e piccini di diverse generazioni, una menzione d’onore è da attribuire al “leggendario” gioco dell’oca.
In cosa consiste questo gioco di percorso e perché è sopravvissuto a secoli di evoluzione, destreggiandosi degnamente tra consolle e piattaforme online?
Il grande gioco dell’oca
Il gioco dell’oca vanta origini antichissime. Il tabellone da tavolo sul quale far scorrere la propria pedina dopo un lancio di due dadi potrebbe addirittura vantare un “avo” nell’antico Egitto!
Si tratterebbe di Mehen, nome derivante da un dio-serpente adorato dagli Egiziani che sarebbe stato fonte di ispirazione anche per il design del tabellone: il gioco di percorso, infatti, è strutturato come un rettile arrotolato su sé stesso, sulle quali spire si troverebbero le caselle numerate, in genere 63, talvolta 90.
Secondo altre fonti, invece, il gioco dell’oca affonderebbe le sue origini nell’omologo cinese Shing Kunt t’o, composto da 99 caselle. Ipotesi suggestive, ma non totalmente comprovate; il dato certo, invece, ci riporta a tempi più “recenti”. Verso la fine del XVI secolo, infatti, Francesco I de’ Medici donò al re spagnolo Filippo II il Nuovo e molto dilettevole giuoco dell’oca: il sovrano iberico ne rimase a dir poco affascinato.
Nella versione cinquecentesca donata da de’ Medici sul tabellone si trovavano alcune caselle “fisse”, simboleggiate da alcune immagini: un teschio, due dadi, una coda, un labirinto, un ponte e, naturalmente, un’oca. I primi tabelloni del gioco di società furono realizzati in Inghilterra nel XVII secolo; ciò permise una diffusione capillare del gioco in Europa, spesso con variazioni sul tema (immagini di politici del tempo, o soggetti di tipo letterario).
Da dove deriva il nome “gioco dell’oca”? Molto probabilmente, dalle caselle speciali raffiguranti l’oca, poste ogni nove caselle a partire dalle caselle 5 e 9.
Regole gioco dell’oca
Giocare al gioco dell’oca è semplicissimo. Ogni giocatore sceglie una pedina. Una volta stabilita la posta, ogni concorrente muove la propria pedina sul tabellone di gioco secondo il numero riportato dai dadi lanciati. Vince chi raggiunge per primo l’ultima casella del tabellone.
Le caselle del gioco dell’oca raffigurano immagini simboliche: alcune possono fornire benefit, altre infliggere penalità.
- Una volta lanciati i dadi, se una pedina raggiunge un’altra, ne prende il posto sulla casella;
- Chi effettua un numero superiore a quello che permetterebbe di raggiungere l’ultima casella, torna indietro sino al numero composto con i dadi;
- La casella 6 è definita “ponte”: una volta pagata la posta, la pedina si sposta alla casella 12;
- La casella 19 – “casa” o “locanda” – costringe il giocatore a pagare la posta, restando fermo un turno;
- Le caselle 31 – “pozzo” – e 52 – “prigione” – costringono i concorrenti del gioco di percorso a restare fermi, sino a quando un’altra pedina non li raggiunga, rimanendo intrappolata a sua volta;
- La casella 42 è chiamata “labirinto”: una volta pagata la posta, il giocatore dovrà retrocedere sino alla casella 39;
- La casella 58 è la più pericolosa per il gioco: è quella dello “scheletro” e ci costringerà a ripartire da zero.
Esistono, poi, le caselle dell’oca, collocate ogni nove tasselli a partire dal 5 e dal 9. Tali caselle consentono di spostarsi di nove “passi” una volta raggiunte. Tale opzione, però, non viene raggiunta subito: se ad inizio gioco si ottengono con i dadi i numeri 5+4, oppure 6+3, la pedina si sposterà rispettivamente sulla casella 53 e 26.
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});