Il latte è sicuramente l’alimento che per antonomasia si collega ai bambini, ma è importante ricordare che parliamo sempre di un alimento che ha delle componenti e, come tale, va somministrato in modo corretto. Il consiglio migliore è senza dubbio quello di parlare con il proprio pediatra per valutare correttamente l’alimentazione più adatta per il proprio bambino, proprio partendo dal presupposto che ogni bambini è diverso e ha delle differenti necessità. Quando parliamo di latte, la prima distinzione netta e ben evidente è quella tra il latte materno e il latte vaccino. Il primo è sicuramente quello consigliato, generalmente è lo stesso pediatra a spiegare alla neo mamma l’importanza del latte materno, ma è anche giusto ricordare che se per alcuni luoghi comuni l’allattamento al seno viene etichettato come il gesto più naturale del mondo, ricordiamo che non è per tutti così. Ci sono mamme che per svariati motivi non possono o non sentono il desiderio di allattare al seno il proprio bambino, e come tali, vanno assolutamente rispettate. In questi casi, il miglior sostituto è il latte artificiale che apporterà le giuste sostanze nutritive al piccolo, ovviamente discutendo con il pediatra su tipologia, in caso di intolleranze, e quantità. Ma, una volta superati i primi mesi, sono molti i genitori che si chiedono quando e come si può passare al latte vaccino, meglio noto semplicemente come “latte”, cioè quello destinato all’alimentazione umana.
Latte vaccino: quando e come introdurlo nell’alimentazione di un bambino
Ricordando sempre che, quando si parla di alimentazione, è importante che le decisioni vengano prese insieme al proprio pediatra, in quanto lui, insieme ai genitori, conosce perfettamente ciò che è giusto in campo medico, solitamente nell’alimentazione di un bambino si tende a introdurre il latte vaccino a partire dall’anno di vita, e non prima, in quanto viste le sue componenti, tra cui un maggior apporto di proteine, c’è la possibilità di aumentare il rischio che il bambino in futuro possa sviluppare sovrappeso, obesità e problematiche associate. Quindi, l’importante è, se non si riesce a proseguire con l’allattamento al seno, che il latte venga somministrato dopo l’anno di età e, soprattutto, che sia quello “intero”, questo almeno fino ai 3 anni. Il passaggio dal latte materno o artificiale a quello “vaccino” deve essere graduale, magari, inizialmente diluito con un pò di acqua naturale, secondo le indicazioni che vi fornirà il pediatra. A partire dal quarto anno, il bambino può passare al latte parzialmente scremato. Solitamente questo passaggio al latte vaccino non genera alcun problema nei bambini, la cosa importante è informare il pediatra sui vari passaggi che si intende effettuare e confrontarsi con lui, prima di prendere qualsiasi decisione.
Latte vaccino prima dell’anno di vita
Come già detto, prima dell’anno di vita (e anche dopo) la condizione più adatta sarebbe continuare ad allattare al seno il bambino il più a lungo possibile. Ma se questo non è possibile, il consiglio è quello di evitare il latte vaccino prima dell’anno di vita e di ricorrere, sempre dopo averne parlato con il pediatra, al latte di proseguimento.