La scuola è finita! Quest’anno è stato davvero un anno scolastico quasi surreale, le settimane che i nostri figli hanno frequentato le classi sono state poco più della metà di quelle che avrebbero dovuto fare. Ma siamo giunti al termine e si tirano le somme.
Facciamo un po’ di chiarezza sull’importanza dei voti a scuola, sul rendimento scolastico, sui criteri di valutazione perché, anche se l’anno è stato particolare anche per gli insegnanti, i genitori devono essere consapevoli di diverse cose che ci sono dietro quel voto, quel numero e quella pagella: cosa è davvero importante e cosa non lo è!
E’ davvero giusto combattere e lottare contro i figli per quel mezzo voto in più? E’ corretto prendercela con quell’insegnante che, a nostro insindacabile giudizio, non ha dato un voto corretto a nostro figlio? Cosa valuta il voto o il giudizio finale, il rendimento scolastico dell’alunno o dell’insegnante? I voti scolastici stanno davvero a significare com’è nostro figlio?
Cerchiamo di fare chiarezza su alcuni argomenti.
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Rispettare il bambino per quello che è
Oltre all’insegnante anche il genitore deve rispettare il bambino per quello che è: ogni insegnante deve essere disponibile a lavorare con qualsiasi bambino affidato al suo lavoro educativo, ma allo stesso tempo non deve accettare passivamente tutto.
“Mio figlio è fatto così”, ” Non gli piace la scuola!”, ” Ha ripreso al papà che non voleva studiare!“, no, non sono valide rimostranze e un insegnante non deve tenerne conto, non può!
Allo stesso tempo deve vivere nell’ empatia e mettersi nei panni dell’alunno: quando il bambino fa l’arrogante e il bullo, la maestra o il professore può chiedersi:” Cosa c’è dietro?”, magari è solo un ragazzino che agli occhi di tutti sbaglia sempre e vuole dimostrare di essere diverso da quel marchio che gli è stato legato addosso!
Paura dell’abbandono, senso di inadeguatezza, mancanza di autostima, bisogno di attenzione... dobbiamo tenere sempre in considerazione che, dietro certi comportamenti sbagliati, ci siano delle motivazioni più profonde!
Quindi “ascoltate le emozioni” dei bambini: quello che provano è di riflesso quello che noi adulti proviamo avendo a che fare con lui/lei! Insegnanti e genitori dovrebbero prestare sempre grande attenzione ai bambini, in questo senso!
Paura del fallimento
Dietro una brutta valutazione a scuola c’è spesso la paura del fallimento: sia da parte dei bambini, che dei genitori ma anche degli insegnanti.
Ma occorre tenere a mente che ‘affibbiare’ un fallimento al bambino non può mai modificare la situazione nella quale si trova!
Immaginate di essere vostro figlio, gli viene addebitato un insuccesso ( scolastico o nella vita), ad esempio: non si comporta bene, le insegnanti si sono lamentate di lui, ha preso un brutto voto in pagella.
Adesso pensate con la sua testa: si sente in colpa ma non può fare nulla per cambiare la situazione e, noi genitori, nemmeno.
Gli sottolineiamo quanto non vada bene, quanto siamo scontenti del suo atteggiamento e..stop! Non esponiamo la soluzione, ma solo il problema. A che pro si fa questo?
Un atteggiamento del genere non porta a niente e, la prossima volta che si ripresenterà la medesima situazione a scuola o nella vita, vostro figlio, preso dalla paura di fallire di nuovo, fallirà!
La comunicazione
Cambiamo tono quando ci rivolgiamo ai nostri figli, anche dopo aver visto i voti della pagella di scuola, non solo se sono brutti ma anche se questi voti sono positivi: facciamo sentire il nostro bambino l’artefice della sua e della nostra gioia.
Il tono diverso delle comunicazioni appare subito evidente nelle sue conseguenze: il fuoco della passione va costantemente alimentato e ravvivato, mai soffocato!
Le pagelle
Da un po’ di anni a questa parte il Ministero della Pubblica Istruzione ha sancito che i quadri dei voti non vanno più pubblicati, la valutazione deve rimanere privata, come se fosse il risultato di esami medici. Questo decreto deve valere sempre, non solo per l’esposizione pubblica.
Quindi gli insegnanti devono comunicare con i genitori dei singoli alunni privatamente: se andando ad un colloquio di classe le maestra lasciano la porta aperta e, mentre discutono con alcuni genitori, gli altri che sono in attesa all’esterno stanno origliando o comunque stanno capendo cosa si dicono, le informazioni private di quel bambino, allora dovete pretendere che la porta venga chiusa e che gli insegnanti parlino con un tono di voce più basso, proprio in vista di tale privacy.
Se il genitore ritiene che i voti non rispecchiano la preparazione personale del bambino significa che qualcosa è andato storto durante l’anno, però non si può far nulla se non dimostrare serenità e fiducia al ragazzo.
Sulle pagelle è bene mantenere la massima discrezione:
- evitare di parlarne con altri genitori per fare una sorta di gara
- pubblicizzare che il proprio figlio è stato bravo
- lamentarsi dell’insegnante davanti agli altri genitori o a scuola
- fare paragoni
Invece occorre, una volta avuto il risultato del rendimento scolastico di vostro figlio, insegnare loro che la gara che stanno facendo è solo con se stessi, che la stanno vincendo o di sicuro la vinceranno!
Comunque sia quel giudizio finale usate questa frase:” Si vede che sei intelligente, caparbio e che hai lavorato, hai raggiunto la sufficienza anche a matematica ( se è la materia per la quale va male). Sai, quando ero come te mi sono impegnato durante l’estate e l’anno dopo sono andato benissimo. Ora ci risposiamo, meritato riposo, poi se vuoi ci lavoriamo insieme, cosa ne pensi?”
Evitiamo il se…
- “Se tu avessi studiato di più…”
- “Se studierai quest’estate…”
- “Se mi avessi ascoltato quando ti dicevo di…”
Evitiamo il se perché mette in discussione nostro figlio – se siamo genitori- e il nostro alunno – se siamo insegnanti- ed è come se non vogliamo dargli alcuna possibilità di cambiare i voti ottenuti.
Il voto
Va sempre dato e deve tener conto delle possibilità e dell’impegno vero di ciascun alunno.
Il giudizio finale dell’anno scolastico, i voti di scuola, deve permettere ad alunni, insegnanti e genitori di capire dove spingere di più l’anno dopo, quali lacune colmare, quali meccanismi adottare perché quelli usati finora non hanno portato i risultati che volevamo.
Il voto non è solo del bambino ma anche dell’insegnante: perché quest’ultimo deve essere in grado di tirare fuori il meglio di ogni alunno, didatticamente e a livello comportamentale.
I voti scuola primaria sono un mezzo, quello attraverso il quale ognuno di noi ha modo di raggiungere gli obiettivi prefissati nelle possibilità che ognuno ha.
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