Diventare genitori è un crocevia fondamentale nella vita di un individuo. L’arrivo di un bambino è sempre un evento sconvolgente in una coppia che cambia radicalmente ritmi e abitudini. Anche perché, appena nati, i bimbi non hanno dei veri e propri orari ma rispondono solo ed esclusivamente ai loro bisogni ai quali tocca proprio ai genitori provvedere. Certo, l’aiuto di nonni, zii e parenti vari può essere di enorme sollievo: tutti hanno un ricettario con consigli pronti da dare all’interno dei quali poi i genitori dovranno essere bravi a muoversi, scartando quelli che ritengono non soddisfacenti ai loro bisogni e prendendo invece quelli buoni. In un mondo fatto di regole, ad esempio, è sempre stato detto che è necessario abituarli fin da piccolissimi a rispettarle con divieti, limiti ed orari da rispettare. In realtà questi aspetti prenderanno la loro piega nel tempo, andando a coincidere nelle ore dei pasti e in quelle del sonno con il resto della famiglia. Anche la scuola eserciterà il suo ruolo per consentire loro di prendere il giusto ritmo, svegliandosi ad una certa ora del mattino per andare a dormire poi un po’ più presto alla sera. Insomma, non stressiamoci più del dovuto che talvolta la natura e la quotidianità ci vengono in soccorso.
Come educare i bambini di 1 anno?
Ci sono degli aspetti comuni, che legano praticamente ogni bambino di 1 anno. Ma poi c’è il carattere che, come sappiamo, è diverso in ognuno di noi. Quindi il punto di partenza fondamentale è conoscere il proprio bimbo per capire come trattarlo e come fargli capire al meglio le cose. Stiamo parlando di creaturine davvero piccole, non ancora in grado di apprendere delle vere e proprie regole. Non dobbiamo quindi crearci eccessive aspettative su quello che loro sono in grado di fare e soprattutto recepire. Si può provare, comunque, ad iniziare a spiegare il rapporto causa/effetto spiegando quando i comportamenti sono buoni, premiandoli, e quando invece non lo sono. Chiaramente anche le “punizioni” devono essere bonarie e commisurate alla tenerissima età. Tenendo conto che il loro comportamento è dettato esclusivamente dalle loro esigenze, non potendo in alcun modo comprendere quelle altrui. Anche la coerenza nei nostri comportamenti nei loro confronti deve essere regolare in maniera tale che, se non subito, nel tempo possa arrivare il messaggio che da determinate azioni derivano tali conseguenze. Più che sulle punizioni, quindi è l’esempio e la reiterazione a dare i suoi frutti. Anche l’interazione con gli altri è importante per mantenerlo aperto e fargli acquistare maggiore sicurezza, anche in assenza dei genitori.
Come educare i bambini di 2 anni?
Un tempo il metodo repressivo era certamente quello che andava per la maggiore nell’educazione dei piccoli. Oggi le cose vanno in modo assai diverso, per finire in un atteggiamento che può essere talvolta anche troppo permissivo. Come in tutte le cose la verità sta nel mezzo. I genitori in qualche caso sono presi dall’esasperata smania di conquistare i propri piccoli, evitando qualsiasi sentimento negativo possa generarsi in loro. Ma non bisogna mai perdere di vista il compito da assolvere che è quello di educare. Impensabile sottoporli ad un numero eccessivo di regole: meglio poche ma chiare in modo tale che siano in grado di seguirle e comprenderle fino in fondo. Il minimo comun denominatore, da perseguire fino in fondo in ogni caso, è sempre la coerenza alla quale anche i bambini sono particolarmente attenti. La loro vita, a soli due anni, ruota interamente attorno al gioco. Non vanno ancora a scuola, a meno che non si tratta di nidi privati, e pertanto tutto è in mano alla famiglia. Se si vuole far in modo che capiscano e rispettino determinate regole – orario della nanna, tempo massimo da dedicare alla TV e ai cartoni, quando fare la pappa – bisogna evitare le eccezioni anche quando magari non si ha molta voglia di controbattere di fronte alle loro resistenze. Nella coppia c’è sempre chi è più esigente e chi invece più buono: va trovato un equilibrio nell’interesse del bambino così che sappia che non c’è distinzione tra l’uno e l’altro. E che le regole vanno rispettate a prescindere.
Ci sono libri su come educare i bambini?
Ci sono numerosi trattati di pedagogia utili per educare i propri figli. La letteratura è davvero piena di libri che possono in qualche caso anche essere effettivamente utili. A tal proposito, più che letture per noi (comunque sempre valide), bisogna educare loro a leggere avvicinandoli ai libri già dalla tenera età. Vero è che siamo nell’era della tecnologia e tutto è drasticamente switchato verso smartphone e tablet, ma l’abitudine della vecchia e cara favoletta da leggere alla sera non deve assolutamente morire. Questa è un’esperienza importante per lo sviluppo cognitivo. Che servirà anche più avanti, con l’inizio della scuola ed anche oltre. Da questo punto di vista ci sono tantissimi libri da consigliare a seconda dell’età del bambino. Parallelamente si può anche optare per testi che consentono di imparare l’inglese giocando. La capacità di apprendimento dei bambini potrebbe stupirvi.
Come educare i bambini senza urlare?
Urlare e punire fisicamente i bambini non solo non serve ma è anche controproducente. Le conseguenze di un comportamento del genere, perseguito nel tempo, possono provocare anche disturbi nei bambini che possono sfociare in uno stato di insicurezza o anche indurre in stati depressivi o antisociali. Per educare serve semplicemente, che tanto semplice poi non è, un preciso modello da seguire dove è l’organizzazione a precedere nettamente l’aspetto emotivo. Nulla deve essere lasciato al caso.
Come educare i bambini a mangiare?
Il pasto è quasi come una guerra per molte famiglie che devono combattere ogni giorno con i propri figli per farli mangiare. Frutta e verdura per tanti bimbi sono bannati e non accettano di sperimentare alimenti nuovi, preferendo l’usato sicuro. Bisogna quindi stimolarli ad assaggiare cibi nuovi, senza alcuna paura. Anzitutto al momento in cui si è in tavola, preferibilmente tutti insieme contemporaneamente, la TV va tenuta spenta per evitare distrazioni e concentrarsi maggiormente sull’obiettivo che è nutrirsi. I bambini tendono poi ad imitare molto noi adulti, ecco perché nel piatto dovrebbero esserci per tutti le stesse e identiche cose. Ad ogni modo non bisogna mai forzare i bambini a finire quello che c’è nel loro piatto: la loro fame è diversa dalla nostra e l’imposizione può metterli a disagio peggiorando il loro feeling col cibo. Coinvolgerli di più nella preparazione e rielaborando dei piatti che loro solitamente preferiscono evitare si possono abbattere numerosi tabù.