Disturbi del comportamento infantile: cos’è e come comportarsi

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2003
Disturbi del comportamento comuni in età infantile

I disturbi del comportamento in età evolutiva possono essere vari ognuno con la propria specificità, ma spesso genitori e insegnanti faticano a arginare questo tipo di problematica che socialmente può risultare disfunzionale ed invalidante per il bambino. Nei disturbi del comportamento in età infantile confluiscono delle vere e proprie condotte anomale, quali l’aggressività o l’impulsività eccessiva. Cosa fare, quindi?

In fase evolutiva, da quella prescolare alla piena adolescenza, è facile imbattersi in comportamenti provocatori, aggressivi, impulsivi o eccessivamente istintivi da parte di bambini o giovani ragazzi. I lievi cambiamenti che si notano nel comportamento dell’individuo in fase di crescita, sono spesso atteggiamenti da imputare ad un normale decorso del processo di maturazione. Altre volte, la ribellione, l’aggressività e la disobbedienza diventano talmente incontrollabili da ricadere in una vera e propria problematica che implica una chiara opposizione alle regole ed alle norme sociali vigenti. È fondamentale riconoscere i motivi di questo comportamento che a lungo andare, può essere socialmente compromettente sia per la vita scolastica che lavorativa, protraendosi nel futuro.

Esistono dei veri e propri disturbi che rientrano in quelle patologie da risolvere affinché il piccolo o l’adolescente cresca in armonia. Ma quali sono i più comuni?

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Disturbo oppositivo provocatorio in età infantile

Questo disturbo comportamentale comune nel periodo di crescita, scaturisce da fattori inerenti al contesto in cui il bambino vive e cresce; per cui una diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio implicherà la valutazione e l’analisi dei fattori individuali, sociali e familiari appartenenti al vissuto del piccolo.

I sintomi più frequenti del disturbo oppositivo provocatorio sono la disobbedienza, l’irascibilità, la suscettibilità, l’essere impulsivo, la voglia di discutere con l’altro e con gli adulti in particolare, la volontà di infastidire gli altri, le accuse alle altre persone per i propri errori, il rancore, la vendetta e la bassa autostima.

La diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio si attesta in maniera evidente prima degli 8 anni di età, mentre è più rara in adolescenza. Il disturbo ha maggiore prevalenza in soggetti di sesso maschile, mentre in casi i cui il disturbo oppositivo provocatorio si presenti in adolescenza, le percentuali di incidenza fra individui di sesso maschile e femminile sembrano essere uguali.

Per comprendere se davvero il bambino soffre di questa tipologia di disturbo del comportamento, gli atteggiamenti e il modo di comportarsi in questione, deve distribuirsi nell’arco di sei mesi e rendere invalidanti tutte le aree della vita del bambino, quindi quella sociale, scolare, familiare e personale.

Il trattamento di questo disturbo caratteriale si pone come obiettivo quello di riuscire a far individuare al bambino i suoi sentimenti negativi, quali la rabbia, e quindi consegnargli gli strumenti adatti per elaborare questi sentimenti nocivi, oltre che insegnare al bimbo le tecniche adeguate e pertinenti per affrontarli. Scopo finale è che il soggetto in età evolutiva abbia la consapevolezza delle proprie emozioni imparando a manifestarle in maniera consona e pertinente ai contesti.

Disturbi del comportamento in età infantile

Il disturbo della condotta in età infantile

Un altro disturbo del comportamento noto e frequente in età evolutiva è il disturbo della condotta, i quali sintomi più comuni  ed usuali sono la disobbedienza alle norme familiari e scolastiche, quindi, all’adulto in genere, l’adozione di condotte crudeli e aggressive verso bambini, animali e persone più vulnerabili  e deboli .

Alcuni bambini o preadolescenti arrivano a sfiorare persino il sadismo, la violenza fisica, o ad adottare comportamenti criminali quali furti, vandalismo, distruzioni di oggetti fino ad arrivare all’utilizzo di sostanze compromettenti come l’alcool o le droghe nei casi più gravi in età particolarmente precoci.

Il disturbo della condotta, solitamente, esordisce o nella prima fanciullezza (quindi prima dei 10 anni), oppure in adolescenza, (dopo i 10 anni) e di solito risulta essere più comune nei soggetti di sesso maschile. Questo tipo di disturbo se non corretto e ripreso in tempo può addirittura sfociare, in età adulta, in un disturbo antisociale della personalità.

Il trattamento di questi disturbi mira a capire i motivi razionali che spingono il bambino a compiere azioni aggressive. Lo scopo infatti è aiutare il bambino a superare ed elaborare quei fattori scatenanti che fanno irrompere il disturbo, indirizzando il piccolo verso strategie che permettano una maggiore fiducia in sé stesso, e un miglioramento delle interazioni e le relazioni con gli altri.

Disturbi comportamentali nei bambini: Manifestazioni e interventi

Un bambino con disturbi del comportamento, viene spesso etichettato erroneamente come un bimbo vivace, o ancora, iperattivo.

Tutto questo perché fatica a rispettare le regole, infastidisce gli altri e risulta indifferente ai rimproveri degli adulti. Questo tipo di manifestazioni comportamentali che spesso sono prese alla leggera da insegnanti e familiari possono diventare disfunzionali e concretizzarsi in veri e propri disturbi della condotta sociale che andranno a rendere difficoltoso il percorso di crescita e integrazione del bambino.

È importante che le manifestazioni di aggressività, sadismo o impulsività vengano riconosciute indagando gli aspetti psicologici, familiari e contestuali del bambino per scongiurare eventuali insorgenze dei disturbi del comportamento in quadri patologici più conclamati.

Disturbi del comportamento in età infantile come intervenire

Gli interventi per fronteggiare i disturbi del comportamento variano da bambino a bambino: la prima strategia da mettere in atto è l’osservazione di queste condotte disfunzionali in modo da capirne le cause: dove avvengono le condotte aggressive? In presenza di quali fattori scatenanti? Quali sono le risorse da cui attingere per estinguere questi comportamenti?

Si inizia scoprendo le attitudini del bimbo in modo da partire dalle sue potenzialità. Il metodo terapeutico più responsivo, pare sia la terapia cognitivo-comportamentale, poiché va a far riconoscere al bambino i suoi sentimenti insegnandogli le tecniche per riuscire a gestire quelli negativi e manifestare a dovere quelli positivi.

Ruolo fondamentale degli interventi volti alla risoluzione dei disturbi del comportamento, non sono solo i colloqui ma l’intero coinvolgimento delle figure vicino al bambino come i genitori e gli insegnanti al fine di creare un’alleanza fra adulti e bambino oltre che aiutarlo nel cambiamento delle condotte.

I genitori, possono anche utilizzare degli accorgimenti in famiglia accordandosi con il terapeuta: rimproverare il bambino sempre privatamente e mai in pubblico, premiare i comportamenti positivi, fare i complimenti quando il bimbo mette in atto un comportamento adeguato.

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