Gravidanza e miopia: come cambia la vista dopo il parto

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La gravidanza e il parto sono probabilmente i momenti più complessi nella vita di una donna che decide di affrontare questa esperienza. Lo sono da un punto di vista emotivo e, ancor di più, sotto l’aspetto fisico. Il corpo cambia ed è molto comune accusare qualche problema durante questo periodo, non soltanto legato all’aumento di peso. I disturbi, più o meno rilevanti, collegati alla gravidanza e al parto sono infatti di vario genere e non sempre vengono affrontati con adeguata attenzione; alcuni vengono spesso addirittura ignorati, forse perché si sottovaluta, o esclude del tutto, la correlazione tra l’evento e il problema. Uno di questi è, ad esempio, quello connesso al calo della vista, che è in realtà molto comune tra le donne che hanno partorito, e che vogliamo approfondire in questo articolo, cercando di sfatare anche qualche mito o credenza con poco riscontro scientifico, e distinguere quelli che sono i cambiamenti passeggeri della gravidanza dal calo della vista vero e proprio che può interessare alcune donne dopo il parto.

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Problemi agli occhi durante la gravidanza

Nel corso dei nove mesi che precedono la nascita del neonato è infatti molto comune accusare qualche disturbo agli occhi, che non deve in alcun modo spaventare perché si tratta, spesso e volentieri, di un fenomeno del tutto passeggero. Tra quelli più diffusi ci sono, ad esempio, la secchezza oculare, provocata prevalentemente dalla complessa situazione ormonale della donna in questo periodo, che porta appunto alla riduzione dell’attività lacrimale e alla conseguente sensazione di asciuttezza; si tratta di un fenomeno assolutamente passeggero e che può essere affrontato anche con l’uso di lacrime artificiali, avendo cura di scegliere quelle adatte alla gravidanza. Un altro episodio del tutto momentaneo è quello legato all’offuscamento o alla visione di piccoli bagliori o scintille, correlati alla sollecitazione della retina durante alcuni sbalzi di pressione o dovuti alla carenza di ferro. Insomma, sebbene questi fenomeni possano provocare un po’ di ansia, è bene sapere che si tratta di disturbi lievi dovuti alla gravidanza e, soprattutto, transitori.

Calo della vista dopo il parto

E per quanto riguarda invece il calo della vista in seguito al parto? Innanzitutto è necessario sfatare una credenza molto comune: non esistono evidenze scientifiche e correlazioni oggettive tra la miopia e l’allattamento; si è infatti molto diffusa negli anni la credenza popolare che allattare provochi un peggioramento della vista, ma si tratta di un mito senza alcun fondamento reale. Al massimo si può parlare di correlazione tra la miopia e il parto, dovuta più che altro all’attività della retina e allo sforzo che, in pazienti già molto miopi, potrebbe causare qualche rottura o distacco e, conseguentemente, un peggioramento notevole dell’attività oculare. Le donne che soffrivano già di problemi alla vista, e subiscono quindi un ulteriore calo, spesso scelgono anche di ricorrere a una soluzione più definitiva come il laser, che viene infatti consigliata soltanto dopo la gravidanza o nel caso in cui non si vogliano avere figli. Se la miopia risulta invece più leggera, si tende a preferire l’acquisto di occhiali o lenti a contatto online, che migliorano la vista senza dover ricorrere ad interventi più invasivi.

È infatti fondamentale ricordarsi che la miopia è già di per sé una patologia che tende a peggiorare con il passare degli anni; di conseguenza risulta molto difficile stabilire se ci sia una correlazione diretta tra l’esperienza del parto e il deterioramento della vista. È però ovviamente altrettanto indubbio che lo sforzo considerevole che questo richiede può provocare, come detto prima, un problema retinico che non sempre risulta passeggero; per questo motivo, nei casi di miopia grave (parliamo di donne a cui mancano 8 o 9 diottrie), è talvolta consigliato il parto cesareo. In conclusione possiamo quindi affermare che gravidanza e allattamento non causano patologie alla vista e che, semmai, si può riscontrare il peggioramento di un problema già esistente, dovuto allo sforzo del parto, soprattutto in pazienti già di per sé piuttosto compromesse.

 

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