Alcune cose che si possono verificare quando effettuiamo l’inserimento al nido, come ad esempio, piange sempre, rifiuta il cibo o non dorme, non sono casi rari ed eccezionali, quindi come fare per gestire bene il distacco e vivere serenamente questo momento dell’ambientamento al nido?
È arrivato il momento tanto sognato (e a volte temuto) dai genitori: l‘inserimento asilo nido.
Vi siete preparati a lungo per questo momento, ma può accadere che il bimbo lo viva male.
Un inserimento difficile non è raro e può accadere che il piccolo pianga sempre, che addirittura non mangi o non dorma.
La cosa più importante è capire che l’inserimento non coinvolge solo il bambino, ma tutta la famiglia completamente. Ciò vuol dire che più gli adulti la vivono serenamente e più facile sarà per il bambino metabolizzare questo camnbiamento.
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Inserimento Nido come funziona: ecco alcune regole
- Quanto deve durare l’inserimento?
- Come gestire il distacco?
- Cosa fare se il bambino piange?
- Cosa fare se il bambino non mangia?
- Cosa fare se il bambino non dorme?
- Il ruolo del papà?
- Le educatrici?
Quanto deve durare l’inserimento
Non c’è un tempo limite o una durata standard. L’obiettivo è fare in modo che il bambino e la sua famiglia, si fidino dell’ambiente dell’asilo e delle educatrici.
A volte possono bastare 7 giorni, a volte serve un po’ più di tempo.
Come gestire al meglio il distacco? È importante che il piccolo sia preparato già da tempo da casa, con aneddoti, canzoni e anche libri.
Così già dai giorni prima dell’inserimento gli si spiega che andrà all’asilo e gli si racconta che cosa farà, dicendogli che ci saranno altri bambini con i quali giocherà e anche descrivendogli l’ambiente.
Dobbiamo trasmettergli che noi ci fidiamo di questo posto chiamato asilo e che siamo sicuri che lui ci starà bene.
Sopratutto facciamogli capire che se la mamma si allontana poi ritorna.
Inserimento al nido e attaccamento alla mamma
Un altro punto importante è quello di non sparire, sopratutto di punto in bianco.
Il bambino deve vedere la mamma e il papà che vanno via: è sbagliato fuggire, anche se sul omento ci sembra si disperi, mentre scappando quando lui gioca ed è distratto ci sembra meno traumatico, forse ai nostri occhi, ai suoi occhi invece non comprenderà cosa è successo e perché voi prima c’eravate e poi siete spariti nel nulla.
Questo non significa che sia semplice, si spiega ai piccoli rassicurandoli sul fatto che siamo sicuri che staranno bene in questo luogo che noi abbiamo scelto per loro.
A casa ci facciamo raccontare da loro cos’hanno fatto, e se non sanno parlare, prendiamo le cose dell’asilo e diciamo loro quando e come le hanno utilizzate.
In sostanza, è importante che il bimbo capisca che quel pezzo di giornata che lui passa all’asilo ci interessa ed è sempre nei nostri pensieri anche quando non è con noi.
Mettete in conto che possa piangere: i bambini, soprattutto se piccoli, comunicano con il pianto.
E durante l’inserimento all’asilo nido il pianto è un fenomeno normale, faticoso da gestire, ma non bisogna farlo smettere o chiedergli di farlo, o peggio, offrirgli una ricompensa se smette di piangere.
La cosa migliore è comunicare loro che per il momento per loro stare all’asilo è faticoso, ma poi staranno bene e che noi lo sappiamo perché abbiamo scelto questo luogo per loro, sapendo che è quello giusto.
Il ruolo del papà
Il papà ha un ruolo importante: aiutare la mamma a staccarsi dal bambino. Se lui si prende un po’ carico di questa fatica, sarà più facile l’inserimento al nido, l’ideale sarebbe essere presente durante l’inserimento per facilitare il momento del distacco tra la mamma e il bambino.
Se invece è il papà a fare fatica a separarsi dal bambino, è bene che i due genitori capiscano chi è più sensibile e più tranquillo e che si aiutino a vicenda per gestire al meglio la situazione.
Le educatrici
Le educatrici hanno un compito delicato e: fare in modo che la famiglia e il bambino acquisiscano fiducia in loro.
Per raggiungere questo obiettivo devono avere un atteggiamento accogliente, rassicurante e sostenerli in questo momento impegnativo anche per loro.
Molte mamme si chiedono se sia giusto insistere, anche se l’inserimento al nido diventa disastroso.
Ma sono davvero pochissimi i casi in cui è il caso di cambiare strada e cercare una baby-sitter o farsi aiutare dai nonni.
Più spesso basta comunicare la propria serenità al piccolo e le cose si sistemano, seppur in tempi variabili.
Ma se la situazione si complica molto, una buona strategia è parlare con le educatrici e confrontarsi con loro per decidere insieme cosa far».
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