Il mutismo selettivo infantile appartiene ai disturbi d’ansia e colpisce bambini grandi e più piccoli. La caratteristica principale si evidenzia nel fatto che, il bambino usa il linguaggio verbale con un numero ridotto di persone ed in situazioni particolari. Ma cos’è realmente il mutismo selettivo e cosa comporta?
Il mutismo selettivo è un disturbo d’ansia che impedisce al bambino di esprimersi attraverso la parola: la caratteristica principale di questo disturbo è l’incapacità del piccolo di parlare in situazioni sociali o davanti ad altre persone ( ad esempio, in classe), mentre in situazioni familiari il linguaggio parlato risulterà normale.
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Da qui il termine ”selettivo”, che indica la predisposizione del bambino di parlare solo con persone delle quali si fida e in circostanze e contesti in cui si sente a suo agio, quindi, l’ambiente familiare. In altri ambienti come il contesto scolastico poiché il bambino è più esposto, farà fatica ad esprimersi.
La selezione delle persone a cui il bambino si rivolge per esprimersi, parlare e interagire, può essere più o meno ampia: a volte, può arrivare a comunicare anche solo con un genitore.
Anche la frequenza del disturbo può risultare variabile, in quanto può mantenersi presente per diversi anni o sparire completamente nel giro di pochi mesi. Nonostante il mutismo selettivo sia un disturbo raro, pare che negli ultimi anni la percentuale sia aumentata.
Di solito, il mutismo selettivo, si presenta di più nelle bambine poiché più inclini all’ansia, ed ha un esordio fra i 2 e 4 anni, periodo in cui nei piccoli emergono i primi comportamenti riservati e le prime timidezze . Tuttavia un quadro clinico di mutismo selettivo è riconoscibile solo e soltanto all’entrata del bambino nella scuola materna o primaria, in quanto questi sono i primi contesti in cui il piccolo va a rapportarsi fuori dall’ambiente familiare.
Le caratteristiche principali dei bambini con mutismo selettivo
Appena ci si ritrova davanti a bambini affetti da mutismo selettivo la prima cosa che si pensa è che questi bambini siano dotati di un’eccessiva timidezza o riservatezza, da un lato; dall’altro invece, si crede di trovarsi di fronte ad un bambino che vuole sfidare l’adulto o che usa il silenzio come provocazione o come strumento punitivo verso l’adulto; tuttavia, non è nulla di tutto questo.
Il silenzio di un bambino con mutismo selettivo non è altro che dettato da un eccessivo livello di ansia. Il bimbo non riesce a gestirla e ha come conseguenza la paura che riesce a controllare solo con il silenzio.
I bambini provano un senso di intensa tristezza e frustrazione poiché sono consapevoli della loro difficoltà nel rapportarsi con gli altri, e vorrebbero riuscire a giocare liberamente con gli altri bambini; il forte timore che presentano per le interazioni sociali li porta ad avere un atteggiamento goffo con gli altri interlocutori: si nascondono, non riescono a mantenere un contatto visivo, guardano per terra.
Per le situazioni di mutismo selettivo infantile più esasperate compaiono anche disturbi fisici: mal di testa, mal di stomaco, pianto sono solo quelli più evidenti. Con l’inizio dell’età scolare i sintomi si modificano in palpitazioni, tremori, sudorazione eccessiva o difficoltà di chiedere agli insegnanti di andare in bagno, arrivando persino ad aver ansia a mangiare durante la ricreazione.
Come trattare il mutismo selettivo infantile?
Un trattamento universale per ogni bambino non esiste poiché ognuno è un caso a sé ed unico.
Professionisti che operano in questo campo però, ritengono che la cosa migliore sia avere come obiettivo quello di diminuire l’ansia nei bambini affetti da mutismo selettivo. Importante è cercare di operare sul comportamento del bambino aumentando il linguaggio parlato nel piccolo. In questo caso bisognerà coinvolgere non solo la famiglia ma anche gli insegnanti, figure significativamente fondamentali a questa età.
Il supporto psicologico ai genitori si rivela invece utile se messo in atto all’inizio dell’insorgere del disturbo, conducendo a risultati positivi, Qualora il trattamento sul comportamento non mostrasse risultati evidenti, si inizierà a considerare un trattamento farmacologico che mirerà a ridurre i livelli d’ansia nel bambino, affinché renda più semplice lo svolgersi della terapia comportamentale. Resta fondamentale importanza il ruolo della famiglia e degli insegnanti che rappresentano gli ambienti principali in cui il bambino vive.
Come già citato, i bambini selettivamente muti hanno un linguaggio normale in ambienti familiari ma la parola è assente in contesti nuovi. Questo può provocare confusione nei genitori che tuttavia non devono far pesare al piccolo questa condizione. Devono invece cercare di usare strategie per diminuire l’ansia, incoraggiare la socializzazione organizzando incontri con altri bambini mirati al gioco, avere dei momenti della giornata fissi in cui il bambino inizierà piano piano a sentirsi a proprio agio. Anche la scuola che per questi bambini è fonte si ansia e timore deve entrare in gioco: gli insegnanti non devono mai forzare i piccoli a parlare, ma devono avere una sensibilità tale da capire il malessere di questi bambini.
La comprensione e la disponibilità ad operare attraverso il linguaggio non verbale è molto importante. L’incontro fra scuola e famiglia può far in modo di far sparire questo disturbo definitivamente.
Il mutismo selettivo in età adulta
Questo tipo di disturbo va incontro, spesso e volentieri, ad una risoluzione che lo porta a sparire in età adulta, ma tuttavia, in alcuni casi può continuare a presentarsi anche in adolescenza.
Un adolescente selettivamente muto ha sviluppato questo meccanismo errato di gestire l’ansia che controlla e affronta con il silenzio. Questi ragazzi hanno vissuti caratterizzati da isolamento e sono consapevoli della loro situazione invalidante, ma nel tempo hanno imparato a mascherare i segnali dettati dall’ansia.
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