Le 40 settimane di gravidanza giungono a termine e, mentre fiera mostri il tuo pancione al nono mese di gravidanza, pensi anche che si avvicina la data del parto.
Come la maggior parte delle donne sperimenta, è una data indicativa, visto che solo una piccola percentuale di bambini (il 5% circa) nasce nel giorno che era previsto.
Ma cosa succede durante il nono mese di gravidanza? Il periodo in cui si mescolano “paura del parto, del dolore e dell’affrontare tutto quel momento insieme alla gioia e al desiderio di conoscere la tua creatura.
Alcuni giorni o settimane prima del parto alla donna può succedere di perdere il tappo mucoso, la membrana che ha mantenuto chiuso l’utero durante la gravidanza.
Non occorre precipitarsi in ospedale, perché la perdita del tappo non significa inizio del travaglio, ma potrebbero indicare invece l’inizio delle contrazioni.
Diverso è invece il caso in cui avviene la rottura delle acque, e un’abbondante perdita di liquido amniotico: in questo caso il travaglio è partito, l’ambiente uterino non è più sterile ed è bisogna andare in ospedale.
Può anche capitare che la futura mamma si sia già abituata ad avere le contrazioni (quelle di Braxton-Hicks), ma riconoscerà le “vere contrazioni” e quindi l’avvio del travaglio, perché sono più regolari, frequenti, forti e dolorose.
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Al nono mese di gravidanza l’utero occupa gran parte dell’addome e comprime gli altri organi:non ti spaventare quindi se il respiro si fa corto, lo stimolo a fare la pipì è frequente e sei anche più sonnolente e spossata. Anche dormire può risultare più difficile del solito, soprattutto per l’ingombro della pancia e per il frequente stimolo ad andare in bagno.
Nono mese di gravidanza: il bambino
Sei all’inizio del 9° mese , allora più o meno il peso del bambino si aggira intorno ai più di 2,5 kg e misura dai 40 ai 45 centimetri, ma è anche il periodo di tutta la gravidanza dove cresce più veloce.
Dal momento che lo spazio intorno a sé è ridotto i movimenti sono più difficoltosi rispetto ai mesi precedenti, ma nonostante questo continuerà a muoversi fino al parto.
In questo periodo la mamma può anche addirittura seguire la respirazione del bambino in grembo, e distinguere i suoi cicli di sonno e veglia.
Se non lo ha già fatto, nel corso del nono mese il bambino si mette in posizione cefalica: una piccola percentuale di bambini (il 4%) rimane podalica, e in questo caso, se poco prima del parto non si è rigirato, si esegue un taglio cesareo.
Quali esami da fare adesso?
Definito il piano del parto: se intendi richiedere l’anestesia epidurale, ad esempio, dovrai svolgere una visita anestesiologica, come pure nel caso di cesareo programmato.
Al proprio medico è possibile chiedere poi tutte le informazioni sulla donazione o la conservazione del cordone ombelicale.
Alcuni ospedali prevedono la possibilità di partorire in acqua, se le condizioni della donna e del bambino lo permettono, cioè se hai avuto una gravidanza senza alcun intoppo e se il parto sta procedendo naturale e senza problemi: se una donna lo desidera può informarsi sulle strutture più vicine a lei.
Le cose da sapere
Gli aspetti fondamentali sono a posto? Parliamo della cameretta del neonato, il corredo per i primi giorni di vita, la valigia dell’ospedale deve essere pronta con tutto l’occorrente per la mamma e per il bambino.
La durata del parto, dal travaglio alla nascita del bambino, varia da donna a donna: nel caso si tratti di un primo figlio ad esempio il travaglio è solitamente molto più a lungo, e la fase dilatante può durare anche 14 ore. La fase espulsiva può arrivare a durare anche due ore, mentre l’espulsione della placenta, dai 15 ai 30 minuti.
Nelle gravidanze successive, in genere, i tempi si accorciano: il periodo dilatante va in media dalle 6 alle 8 ore, quello espulsivo da 30 minuti a un’ora e l’espulsione della placenta si conclude in 10-20 minuti.
Ma non è sempre così.
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