Parto Eutocico: cosa vuol dire. Quello che devi sapere

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Parto Eutocico: cosa vuol dire. Quello che devi sapere

Sai qual è la differenza tra i due tipi di parto: un parto eutocico e un parto distocico?  Se non sai di cosa stiamo parlando ma vuoi approfondire e conoscere l’argomento, in questo articolo ti spiegheremo in cosa consistono, quali sono i sintomi e le modalità da intraprendere per ridurre il rischio di un parto difficile.

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parto eutocico

Parto Eutocico Significato

Il parto eutocico altro non è che un parto normale: non ci sono alterazioni, inizia e si conclude in maniera spontanea, non occorre l’intervento medico.Il bambino è in posizione cefalica e flessa e la sua uscita è vaginale.

Quindi perché definirlo eutocico? Questo sta a significare che il bimbo viene liberato attraverso il canale vaginale senza l’utilizzo di strumenti come ventosa o forcipe e senza che venga indotto il travaglio alla mamma; ma se durante un parto si utilizzano strumenti che favoriscono, velocizzano e/o agevolano l’espulsione, si usa il termine allora distocico.
Ma vediamo dettagliatamente queste due tipologie di parto:

Parto Spontaneo Eutocico

Questo tipo di parto è il parto più naturale che una mamma possa desiderare e avere, perché il bimbo viene alla luce spontaneamente, senza l’aiuto di ostetriche e ginecologo con l’uso di strumenti, senza che venga fatta la flebo di ossitocina per indurre il travaglio.
Ed è un parto che si svolge in quattro fasi:

  • La prima fase

La prima fase, prodromica o preparatoria,l’utero si contrae dapprima in modo irregolare e poi le contrazioni si regolarizzano e si intensificano mano a mano che passano le ore.
Le contrazioni sono preparatorie, “contrazioni di Braxton Hicks”: la donna avverte dolore nella zona pelvica, intensità, la durata e la frequenza dei movimenti variano a seconda dei casi.
È nel corso della fase prodromica  che si può espellere il tappo mucoso e il travaglio ha inizio.

  • La seconda fase

La seconda fase è la fase dilatante, quando comincia il travaglio vero e proprio: le contrazioni sono più regolari (avvengono ogni 3-4 minuti) e più forti, durano 30-40 secondi ed è il momento di recarsi in ospedale, prima rischiereste di fare lunghe attese sedute ad una sedia.
Infatti i medici suggeriscono di avviarsi quando le contrazioni avvengono a distanza di cinque minuti e durano per lo meno trenta secondi.

  • La terza fase

La terza fase è la fase espulsiva: ha inizio con la dilatazione della cervice uterina completa. È durante questa fase che avvengono le rotazioni e quei movimenti che il bimbo deve compiere per venire al mondo e – nel corso di un parto eutocico – tutto succede con massima naturalezza, tra i 20-30 minuti,senza l’aiuto di forcipe, ventosa o di altri strumenti.

  • La quarta fase

Infine la quarta fase,  secondamento: l’espulsione del bimbo è avvenuta e dall’utero materno viene espulsa la placenta.

Se ad un’ora dal parto la mamma ancora non l’ha espulsa, il ginecologo andrà ad estrarla chirurgicamentecon una piccola anestesia.

Parto eutocico con episiotomia

Quando durante  il parto naturale il bimbo non riesce ad uscire e tutto si complica, è possibile che alla mamma venga praticata un’incisione del perineo: in questo caso si parla di parto eutocico con episiotomia, un parto difficoltoso.
Serve ad aiutare l’espulsione del piccolo: il ginecologo pratica una piccola incisione sulla parete vaginale e sui muscoli del perineo, quando appare la testa del bimbo.

Ill motivo perché si pratica l’episiotomia, è che la testa del nascituro è troppo grossa, ed è necessario velocizzarne l’uscita per evitare che soffra.

Se la mamma ha partorito sotto epidurale, il taglio viene ricucito immediatamente; in caso contrario, il medico richiederà un’anestesia locale prima di mettere i punti di sutura.

Tra le conseguenze di un’episiotomia c’è una lenta cicatrizzazione e la possibilità di soffrire di incontinenza urinaria.

Durante la prima settimana la mamma potrebbe soffrire di dolori dovuti alla ferita: la sua guarigione potrebbe essere lunga e fastidiosa. Per alleviare il fastidio è possibile utilizzare una “ciambella” così da non sedersi direttamente sulla cicatrice.

In un parto normale o eutocico avviene una sequenza di fasi precise:

  • contrazioni uterine ritmiche e regolari,
  • modificazione e dilatazione del collo dell’utero
  • uscita del feto dal canale del parto.

Invece, in un parto distocico c’è un ritardo, un disturbo o una qualche limitazione che richiede l’intervento medico per evitare rischi per la mamma e nel bambino. I problemi quindi le distocie o distocia, possono avere un’origine materna, fetale o di uno dei componenti fetali, come la placenta, il cordone ombelicale o il liquido amniotico)

Se il bambino si presenta in posizione podalica, quindi con i piedi, è probabile che si debba fare un cesareo, ma se ci sono le giuste condizioni è possibile anche un parto vaginale.

Come prevenire il parto distocico

  • Muoversi durante il parto. Cambiare posizione in modo libero o camminare in fase di travaglio aiuta a contenere il dolore e stimola il piccolo a mettersi nella posizione giusta per uscire.
  • Supporto del partner. È fondamentale nella fase attiva del parto per trasmettere calma e serenità alla mamma.

 

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