Parto indotto: ossitocina, durata, rischi e dolore

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parto indotto

Solitamente, le settimane in cui si può presentare il parto variano dalle 37 alla 41esima, ma, in alcuni casi, può capitare che si presentino delle condizioni durante la gravidanza che inducano il personale medico ad accelerare il travaglio e, di conseguenza, il parto. È il caso del parto indotto, vediamolo insieme.

Parto indotto significato

Per parto indotto, si intende l’induzione del travaglio di parto con tecniche farmacologiche. Lo scopo è quello di far nascere il bambino il prima possibile, per evitare eventuali rischi e complicanze.

Come stimolare il parto

Tra le tecniche artificiali utilizzate per l’induzione parto, abbiamo:

  • prostaglandine: sostanza che viene applicata all’interno dell’utero manualmente con lo scopo di ammorbidirlo per velocizzare il travaglio. Possono essere sotto forma di gel o di fettucce di tessuto
  • ossitocina parto: ormone proteico con la capacità di favorire i movimenti dei muscoli uterini, aumentando le contrazioni che sono necessarie per preparare la cervice al parto

Con l’utilizzo di queste tecniche, il parto dovrebbe velocizzarsi e concludersi entro massimo 12 ore dall’inizio del trattamento.

Parto indotto rischi

Come per tutte le procedure mediche, anche in questo caso, potrebbero presentarsi dei rischi. Ad esempio:

  • potrebbe non funzionare: il 20-25% delle donne, nonostante l’induzione, sono corrette a ricorrere al parto cesareo.
  • Il bambino, a causa dell’utero contratto, potrebbe dare segni di sofferenza fetale.
  • Ci potrebbe essere un rischio maggiore di emorragia dopo il parto.

Parto indotto è più doloroso?

Nell’immaginario comune, il parto indotto è più doloroso. Per certi aspetti non è un’affermazione del tutto sbagliata, visto che le tecniche utilizzate porteranno il travaglio e le contrazioni a intervallarsi più velocemente, dando così alla futura mamma la sensazione di un dolore più intenso e costante. Inoltre, molto spesso, la futura mamma una volta giunti all’induzione si troverà a dover affrontare tutte le ore che precedono l’avvio del travaglio in ospedale, quindi in un ambiente che non è familiare, e questo potrebbe accentuare lo stress e di conseguenza alterare la soglia del suo livello di sopportazione al dolore.  Ma, secondo studi recenti, il dolore provato durante il travaglio è uguale sia che il parto insorga spontaneamente sia che avvenga con l’induzione medica.

Parto indotto e l’anestesia epidurale

Se la pazienta si troverà a dover ricorrere a un parto indotto non vi sono alcune interferenza con la possibilità di ricorrere all’anestesia epidurale. Quindi, potrà tranquillamente richiederla, una volta ricoverata in ospedale.

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