In gravidanza lo streptococco è uno dei batteri che più spaventano le mamme, perché è uno di quelli che potrebbero trasmettere al piccolo in pancia, durante il parto, e questo comporterebbe gravi conseguenze.
Nel periodo gestazionale parliamo di streptococco agalactiae, più conosciuto come Streptococco beta-emolitico del gruppo B, che fa già parte del nostro organismo.
E’ quindi un batterio colonizzatore innocuo che si annida a livello gastrointestinale ed uro-genitale e potrebbe diventare patogeno scaturendo delle infezioni, se si trova in determinate situazioni.
Le donne che hanno lo streptococco beta emolitico del gruppo B o Streptococcus agalactiae circa il 20%, non da sintomi, ma è in grado di provocare infezioni, fino ad attaccare le vie respiratorie, l’ apparato urinario e la pelle, ma gli antibiotici specifici lo riescono a combattere, diventa tutto difficile e complicato se in gravidanza.
Vediamo tutto ciò che c’è da sapere e da fare con lo streptococco in gravidanza.
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Streptococco sintomi
Esistono due tipi di streptococco in gravidanza:
Streptococco gruppo A
Lo streptococco A è quello più conosciuto per le infezioni che porta alla gola, alle tonsille e alle prime vie respiratorie.
Si trasmette con la saliva e basta fare un tampone alla gola per diagnosticarlo. Occorre poi fare una terapia antibiotica per 10 giorni e se trattato bene non porta complicazioni.
Si trasmette con la saliva e basta fare un tampone alla gola per diagnosticarlo. Occorre poi fare una terapia antibiotica per 10 giorni e se trattato bene non porta complicazioni.
Streptococco gruppo B
Lo streptococco B (GBS) è un’ infezione batterica che colpisce l’ apparato vaginale o il tratto gastrointestinale della futura mamma, purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi non presenta sintomi, ed è quello che preoccupa di più in gravidanza, perché si può passare il batterio al bambino durante il parto.
E’ vero anche che non tutti i bambini nati da una mamma positiva allo streptococco B poi sono positivi al batterio o si ammaleranno, ma se ciò dovesse accadere, le conseguenze potrebbero essere serie e così il test per lo streptococco è tra quelli che vengono fatti di routine alle mamme in attesa.
Ma per evitare di prenderlo, cosa si può fare?
Considerando che è già presente in maniera innocua nel 20% delle donne, è davvero difficile riuscire ad evitarlo.
Diventa fondamentale fare i tamponi e gli esami prescritti dal vostro ginecologo, che aiutano ad individuare la presenza del batterio.
Se il risultato è positivo dovrete prendere gli antibiotici per via endovenosa proprio durante il parto, così da ridurre la possibilità che il vostro piccolo si ammali.
Profilassi in gravidanza
Per prevenire un’infezione da Streptococco di tipo B, ci sono screening diversi, basati
sulla valutazione di tre elementi:
- screening batteriologico;
- fattori di rischio clinico ed anamestico;
- screening batteriologico e fattori di rischio
Durante la gravidanza il ginecologo vi farà fare un tampone vaginale, un tampone rettale e urinocoltura tra la 35°e la 36°settimana di gestazione.
Se il risultato è positivo ad uno di questi, il vostro dottore deciderà di iniziare una terapia antibiotica.
Se il risultato è positivo ad uno di questi, il vostro dottore deciderà di iniziare una terapia antibiotica.
Il materiale prelevato dal tampone, viene inviato in laboratorio dove si ricerca il germe ed entro 48 ore si hanno gli esiti.
Come viene trasmesso al bambino
La trasmissione del batterio dalla mamma al piccolo durante il parto è pari al 70%, ma solo l’1% dei neonati sviluppa poi l’infezione.
Secondo gli esperti il taglio cesareo senza il travaglio non permette la colonizzazione del batterio nel neonato e quindi nemmeno l’ infezione.
Quali fattori rischiano il contagio?
- rottura delle membrane prima delle 37 settimane;
- peso corporeo inferiore ai valori normali (neonato sottopeso);
- parto dopo 12/18 ore dalla rottura delle membrane;
- rialzo della temperatura materna durante il travaglio;
- rottura prolungata delle membrane (oltre le 18 ore);
- precedente figlio affetto da streptococco beta emolitico di gruppo B.
Conseguenze sul neonato
Se l’infezione da Streptococco arriva nel neonato può causare:
- polmonite,
- meningite,
- sepsi,
- infezioni delle vie urinarie,
- amnionite, una patologia infiammatoria grave
- morte.
E può manifestarsi:
- entro 20 ore dalla nascita, chiamato esordio precoce: che da origine a polmoniti e setticemie;
- dopo 2 o 3 mesi dalla nascita, esordio tardivo: con probabilità di meningiti neonatali.
Streptococco in gravidanza cure
Se siete positive al test per lo streptococco, si deve intervenire subito per ridurre il rischio della trasmissione del batterio al bambino durante il parto.
In questo caso si farà una terapia antibiotica per via orale o una profilassi antibiotica per via endovenosa, a base di ampicillina, da fare proprio durante il travaglio, che ridurrà di venti volte il rischio di far contrarre l’infezione al vostro bambino.
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