Il mese della prevenzione al tumore al seno? È ottobre!
Il tumore al seno è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, secondo i dati del Ministero della Salute, i quali confermano che il 30% della totalità dei tumori individuati è di tipo mammario.
La buona notizia è che la prevenzione è efficace. Nel 2020 in Italia sono state effettuate 55.000 nuove diagnosi di carcinomi della mammella femminile, a fronte di 12.500 decessi stimati per il 2021.
Se si guardano i dati con scadenza quinquennale, la sopravvivenza è dell’88%. Numeri importanti, in quanto è stato stabilito nel 2018 che il tumore al seno rappresenta la prima causa di morte tra le donne.
La prevenzione, quindi, funziona, dal momento che consente di individuare la presenza del carcinoma in uno stadio iniziale e non avanzato, quando ancora è possibile fare tanto.
In questo contesto, la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT) ha dichiarato che per ottobre, il mese della prevenzione dei tumori al seno, verranno istituite diverse iniziative con lo scopo di sensibilizzare sull’importanza di effettuare lo screening il prima possibile, insieme alla pratica dell’autopalpazione.
Perché una diagnosi precoce, nel caso del tumore al seno, è quello che davvero fa la differenza. Per questo approfittare dei molteplici eventi presenti per ottobre si rivela qualcosa di cui parlare è necessario.
Tumore al seno: di cosa parliamo
Chi non conosce qualcuno a cui è stato diagnosticato il tumore al seno, in famiglia o presso la cerchia delle amicizie? Si tratta della patologia primaria, come causa di morte, presso le donne sopra i 35 anni, ma è presente, anche se in maniera molto più sporadica, negli uomini, per l’esattezza con 1 caso ogni 100.
Ma cos’è il tumore al seno, esattamente? Meglio noto in campo medico come carcinoma mammario, si rivela una tipologia di tumore dove le cellule si dividono e crescono incontrollatamente nella ghiandola mammaria.
Le possibilità di cura e guarigione sono legate allo stadio in essere nel momento in cui viene effettuata la diagnosi, nonché rispetto alle caratteristiche biologiche specifiche.
Le forme del tumore al seno
Il cancro al seno è un tumore dalle mille facce. Presenta in ogni soggetto peculiarità specifiche che richiedono terapie differenti, con tassi di crescita particolari e altrettante tipologie di terapie.
Nella maggior parte dei casi comincia a insorgere nei dotti mammari (85%), ma può anche riguardare i lobuli (15%). La crescita non è solitamente improvvisa, rispetto ad altri stati tumorali, ma lenta e graduale; per avere una rilevanza clinica possono volerci persino 10 anni.
Non mancano, tuttavia, tumori al seno aggressivi e rapidi nel loro svilupparsi. Il carcinoma al seno è presente secondo due forme principali:
- Carcinoma invasivo. Le cellule anomale si trovano nei lobuli o nei dotti, arrivando nel tessuto mammario. In questo caso il tumore riesce a raggiungere con immediatezza i vasi linfatici e i linfonodi, così come organi distanti, come le ossa o i polmoni. Si tratta di tumori piuttosto grossi, solitamente, ma non è detto. Vi sono anche carcinomi mammari di piccole dimensioni e piuttosto aggressivi, i quali si diffondono tramite il sangue e le vie linfatiche.
- Carcinoma in situ. Un tumore non invasivo, che può diffondersi sia presso i condotti del latte sia a livello lobulare intraepiteliale. Rappresenta la principale forma di tumore al seno. Quello che si rivela essenziale è la diagnosi, in modo da poter intervenire in maniera poco invasiva e allo stesso tempo evitando che la diffusione diventi maggiore.
La prevenzione del tumore al seno
Più che la presenza del tumore al seno, a essere diminuita è la mortalità, causata da questo tipo di patologia, non solo in Italia ma anche nel mondo.
Negli ultimi 25 anni i tassi di cura sono aumentati del 90%, in quanto la malattia viene riconosciuta quando è più possibile trattarla con efficacia, ovvero in fase iniziale. Essendo, tuttavia, la prima causa di mortalità femminile, non va mai sottovalutata, quanto, piuttosto, controllata e monitorata.
Il Ministero della Salute incentiva verso una diagnosi precoce del tumore mammario, una pratica che si rivela fortemente consigliata soprattutto fin dalla giovane età, con uno screening a cadenza annuale per le donne che hanno meno di 50 anni.
Per i soggetti femminili che hanno tra i 50 e i 69 anni, è prevista una mammografia di routine ogni due anni.
Attualmente lo screening presenta una visualizzazione della mammella che va sia in laterale, sia dall’alto verso il basso, con l’intervento di due diversi radiologi. La valutazione radiologica non è la sola pratica consigliata.
A essa si affianca l’autopalpazione al seno, un test di autovalutazione considerato come la prima modalità per riconoscere il tumore al seno. Si consiglia di eseguirlo dopo la fine del ciclo mestruale già a partire dai 20 anni.
Uno strumento prezioso, il quale permette di diagnosticare precocemente la presenza del carcinoma mammario in fase iniziale e portare a interventi non solo più efficaci, ma anche meno dolorosi e invasivi.
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