Aborto spontaneo: cosa fare e cosa non fare dopo

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Non appena si scopre di aspettare un bambino, la gioia prevale sulla razionalità. Si può sperare che nulla vada storto, tuttavia è purtroppo possibile che ciò accada: infatti, in circa il 10% dei casi, si verifica un aborto spontaneo. Un aborto interno è una perdita di gravidanza che si verifica entro le prime 13 settimane, cioè nel primo trimestre gravidanza, e nella maggior parte delle volte, non c’è alcuna colpa da attribuire alla donna coinvolta. Ma, come comportarsi di fronte a questa eventualità?

Aborto spontaneo cause

Si ritiene che le anomalie cromosomiche o genetiche siano la principale ragione per aborti spontanei e, in questi casi, si verifica un processo di selezione naturale. Pertanto gli embrioni affetti da tali difetti non possono progredire normalmente. Come riconoscerlo?

  • Aborto Spontaneo sintomi: Una perdita vaginale di sangue, accompagnata da dolori all’addome inferiore, sono i due segnali più comuni che indicano un aborto spontaneo. Tuttavia, un leggero sanguinamento e crampi possono anche essere un sintomo normale della gravidanza; spesso il sanguinamento si ferma da solo e la gravidanza continua normalmente. Se avete sintomi di una minaccia di aborto, è possibile che venga eseguita un’ecografia per verificare se l’embrione continua a crescere nell’utero o rilevare la presenza di un battito cardiaco.

Aborto spontaneo cosa fare

Una volta confermata l’assenza di battito fetale, il medico spiegherà come procedere. Quando si sceglie di non ricorrere alla chirurgia, la camera gestazionale viene staccata e espulsa spontaneamente nel giro di alcune settimane (4-6 settimane), accompagnata da un ciclo mestruale più intenso del normale. Se non ci sono segni di infezione, si può aspettare che l’utero espelle da solo tutto il materiale abortivo (placenta e embrione). In questo caso non è necessario alcun intervento chirurgico. Altrimenti si possono assumere dei farmaci per aiutare nell’espulsione del materiale abortivo. Se ci sono segni di infezione, sanguinamento abbondante o altre condizioni patologiche, è consigliato un intervento chirurgico. Un’opzione chirurgica consiste nell’aspirazione sotto vuoto in cui un tubicino collegato a un dispositivo aspiratore viene inserito nell’utero per rimuovere il materiale da abortire. Una procedura nota con il nome di raschiamento. Si consiglia di non usare assorbenti interni e di evitare i rapporti sessuali per 1-2 settimane dopo un aborto spontaneo allo scopo di prevenire possibili infezioni. Un aborto spontaneo nel primo trimestre è generalmente un evento isolato. La maggior parte delle donne riesce a rimanere incinta e a portare avanti la gravidanza con successo. Se si verificano più aborti spontanei, è necessario sottoporsi ad esami per individuare la causa. Si può rimanere di nuovo incinta solo due settimane dopo un’interruzione precoce della gravidanza.

Cosa non fare

Potrebbe essere consigliato di evitare assorbenti interni e rapporti sessuali per 1-2 settimane dopo un aborto spontaneo, al fine di prevenire l’infezione. Alcune donne possono tornare a casa nello stesso giorno dell’intervento. È necessario prendersi cura anche dell’aspetto emotivo, quindi è importante non sottovalutare quanto accaduto e affrontarlo con l’aiuto di un professionista, se necessario. Non cercare di colpevolizzarti o forzarti a ricominciare subito una nuova gravidanza.

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