La gestosi in gravidanza o preeclampsia, è una malattia che colpisce il 3-5% delle donne in dolce attesa.
Può portare conseguenze serie per la mamma e il bambino e per evitarle è fondamentale diagnosticarla in tempo: come si fa? Tenendo sempre sotto controllo la pressione.
La preeclampsia era chiamata proprio gestosi, (termine ancora in uso ma non propriamente tecnico) perché riguarda solo la gestazione.
Compare quasi sempre all’ improvviso, di solito dopo le 20 settimane.
Per evitare seri danni, è importantissimo diagnosticarla per tempo, soprattutto tenendo sotto controllo la pressione e fare regolari controlli delle urine.
Compare quasi sempre all’ improvviso, di solito dopo le 20 settimane.
Per evitare seri danni, è importantissimo diagnosticarla per tempo, soprattutto tenendo sotto controllo la pressione e fare regolari controlli delle urine.
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Gestosi in gravidanza sintomi
La preeclampsia è una malattia ingannatrice, perché la donna che ne viene colpita non avverte segnali ben precisi, ma vediamo quali sono i sintomi gestosi:
- la pressione arteriosa superiore a 140 di massima e a 90 di minima;
- la presenza di proteine nelle urine a livelli oltre i 290 mg/l.
E’ importante controllare n gravidanza l’ aumento delle proteine nelle urine, solitamente considerato normale. Ma se è troppo elevata, superando il limite di 290, può voler dire che ci sono infezioni alle vie urinarie, ad esempio cistiti, oppure che sia in corso una preeclampsia.
Ma potreste avere anche:
- mal di testa cronico,
- dolore forte allo stomaco,
- scotomi cioè visioni di macchie scure o luminose davanti agli occhi,
- offuscamento della vista,
- convulsioni,
- oliguria, scarsa quantità di urine.
Il disagio sta proprio nel fatto che i sintomi non si manifestano sempre e non sono facilmente riconducibili alla gestosi,che però a tali sintomi comparsi, potrebbe già essere a livelli alti di gravità.
Comparsa di edemi e preeclampsia
Insieme alla preeclampsia potrebbe associarsi la comparsa di edemi, gonfiori alle gambe.
In realtà, gli edemi sono del tutto normali in gravidanza senza indicare alcuna patologia: ne soffre circa il 40% delle donne dal 7° mese in poi; ma è vero però che in caso di gestosi il riscontro di edemi è più frequente.
Avvertite sempre il ginecologo se notate questi rigonfiamente.
Cause della gestosi
La causa precisa non è ancora conosciuta: le ricerche in materia hanno dimostrato che sia un problema legato ad un danno generalizzato alle pareti dei vasi sanguigni della placenta, l’organo che porta ossigeno e sostanze nutritive al bambino,forse sono coinvolti meccanismi autoimmuni e infiammatori, ma ancora è tutto ignoto.
Una cosa è certa, con la gestosi la placenta funziona male, portando da un lato una minore produzione di sostanze “cattive” che danneggiano la circolazione della mamma; e dall’altro non permette il trasferimento di ossigeno e nutrienti al bambino, che va così in sofferenza.
Conseguenze della gestosi
Se non viene presa in tempo, le conseguenze di questa malattia sono assai gravi:
Per la mamma si prevedono disturbi della coagulazione a danni generalizzati agli organi, fino a passare alla eclampsia, che porta convulsioni, perdita di coscienza e in alcuni casi emorragie cerebrali.
Ecco perchè la gestosi è una delle cause principali di mortalità materna in gravidanza e durante il parto: i dati dell’Istituto superiore di sanità dicono che muoiono ancora circa 10 donne ogni 100 mila nati.
Per il bambino, i rischi principali sono quelli di ritardo o arresto della crescita, oltre ai rischi di una nascita prematura: quando si manifesta la gestosi, spesso l’unica soluzione per risolverla è far nascere subito il piccolo.
Quali terapie
Non ci sono farmaci che funzionano per la gestosi: l’unico modo per fermarla è fermare la gravidanza.
E nel post parto, che di norma avviene con taglio cesareo, la situazione torna alla normalità ed anche le condizioni di salute della donna migliorano subito.
Il problema vero si ha se la gestosi si verifica molto precocemente , all’inizio della gravidanza, quando il feto è ancora immaturo per nascere.Per valutare cosa fare in questi casi è bene affidarsi a centri altamente specializzati, con un reparto di terapia intensiva neonatale pronta ad assistere il bambino prematuro.
I principali fatto a rischio sono:
- se la donna è ipertesa o ha già avuto preeclampsia in altre gravidanze;
- se soffre di diabete o di sindrome da anticorpi antifosfolipidi (una malattia autoimmune);
- se la gravidanza arriva da una procedura di procreazione medicalmente assistita;
- se la donna era obesa prima della gravidanza (indice di massa corporea superiore a 30).
Anche altri fattori che combinati tra loro creano un rischio per la gestosi sono:
- distacco di placenta, morte fetale o ritardo di crescita fetale in una gravidanza precedente;
- età materna superiore ai 40 anni,
- gravidanza gemellare,
- alcune malattie renali,
- lupus eritematoso sistemico (altra malattia autoimmune).
Alle donne ad alto rischio viene in genere consigliata l’assunzione dell’ aspirinetta o cardioaspirina, perchè se assunta nelle prime 12-14 settimane di gravidanza, che corrispondono al periodo in cui si forma la placenta,riduce il rischio di gestosi notevolmente.
Questa misura è suggerita dalle principali società scientifiche internazionali.
Oltre qualche controllo in più: come la flussimetria Doppler delle arterie uterine, da effettuare intorno alle 24 settimane, per valutare se la formazione della placenta è stata adeguata e se sta funzionando bene.
L’insufficienza placentare può infatti essere un segnale precoce di gestosi. Nelle situazioni a rischio, inoltre, la gravidanza viene monitorata con ecografie molto più assidue che servono a valutare la crescita e il benessere fetale.
Qualche consiglio?
Se volete prevenire la pressione alta gravidanza, bevete molta acqua naturale e se l’andamento della gravidanza lo consente, fare una leggera attività fisica come una passeggiata; riposare ed evitare le condizioni di stress, controllare ogni giorno la pressione.
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