Il Metodo Estivill: di cosa si tratta?

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Con l’arrivo di un bambino il nucleo familiare si allarga e cresce. La routine è sconvolta radicalmente. Le attenzioni sono rivolte tutte al neonato, o neonata, al fine di garantirgli la miglior qualità della vita possibile. Poppate, cambio pannolini e tutine diventano pratiche con cui si entra subito in sintonia ed a cui ci si abitua. Abbracci, coccole, lunghe passeggiate in casa per far addormentare il neonato, o neonata. Sin dalla gravidanza, numerosi sono i libri che si leggono per cercare di comprendere come comportarsi nel migliore di modi con la nuova vita.

Tra le preoccupazioni che maggiormente colpiscono i neogenitori, indubbiamente, quelle legate al sonno del pargolo sono in cima alla lista.

Infatti, quando il nuovo membro della famiglia fatica ad addormentarsi oppure i risvegli sono frequenti, inevitabilmente, le conseguenze ricadono anche sui genitori.

Cosa è il metodo Estivill?

Quando si parla di sonno del neonato, le teorie, le opinioni, i pareri ed i testi in materia sono molteplici e svariati. Non vi, al momento, un’indicazione precisa che vada bene per tutti. Tra i vari suggerimenti ed i metodi a disposizione dei neogenitori vi è il Metodo Estivill.

Si tratta di un metodo, appunto, che si applica per insegnare al bambino le regole del sonno in un lasso di tempo piuttosto breve. Il rituale in questione è basato su pochi piccoli passaggi elencati di seguito. Innanzitutto, è opportuno dar vita ad una routine serale. È importante per il bambino e per i genitori essere precisi e schematici. Lo scopo ultimo è quello di permettere al bambino di dormire serenamente ed ininterrottamente per tutta la notte.

Tra i consigli che il Metodo Estivill propone vi sono:

  • Ogni sera fare un bagno caldo al bambino che gli agevolerà l’assopimento e l’addormentamento;
  • Leggere al bambino un libro di fiabe oppure far ascoltare della musica soft. Evitare, quindi, le attività che potrebbero eccitarlo, come l’utilizzo di dispositivi digitali;
  • Il genitore dovrà, quindi, mettere il bambino nella culla, spegnere la luce ed andare via;
  • Quando e se il bambino piangerà, sarà opportuno attendere qualche minuto prima di raggiungerlo velocemente;
  • Il genitore non dovrà prenderlo in braccio, ma dovrà calmarlo semplicemente utilizzando la comunicazione verbale e, quindi, il linguaggio.

Stando a quanto sostenuto dal neuropsichiatra che ha sviluppato il metodo in questione, il bambino comprenderà l’inutilità del pianto in questa situazione e si calmerà autonomamente e piangerà, di conseguenza, sempre meno e per motivazioni e ragioni ben diverse dal desiderio di addormentarsi tra le braccia dei genitori o nel letto matrimoniale.

Il Metodo Estivill funziona?

È bene specificare e sottolineare che il metodo Estivill divide in genitori in due gruppi: coloro i quali lo considerano un metodo ottimo ed utile e, di contro, coloro che non lo utilizzano perché troppo rigido. Certamente, il pianto è l’unico mezzo a disposizione del bambino per poter comunicare con gli altri; inoltre, le braccia genitoriali son un porto sicuro sempre, soprattutto quando si è piccoli. Altri studi hanno dimostrato che se il pianto del bambino non ricevesse risposte, potrebbero esserci delle ripercussioni in età adulta.

Insomma, quando si parla di bambini è sempre bene avere uno sguardo, di informarsi e soprattutto, in caso di dubbi ed incertezze, rivolgersi ai professionisti.

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