Educare un bambino è un compito molto delicato che spetta alla famiglia ma in buona parte anche agli insegnanti. L’intelligenza non è determinata solo dal saper scrivere o contare, ma anche dalla capacità di rispettare se stessi, gli altri e il mondo che ci circonda. Per questo motivo, insegnare la legalità a scuola dovrebbe essere una parte del piano di studi sempre previsto. Legalità come capacità di accogliere l’altro e di comprenderlo senza giudizio.
Oltre le parole, così come spesso accade con i più piccoli, farli esercitare praticando un concetto è un buon metodo per aiutarli ad apprendere qualcosa di nuovo senza particolari sforzi e divertendosi. Esercizio quindi, inteso naturalmente come gioco, ma anche elaborazione di temi sulla legalità per i bambini più grandi oppure avvicinarli all’argomento attraverso cartoni animati o film quando si tratta di quelli più piccini. Educare alla legalità i bambini è una pratica che può servirsi di diversi metodi ma tutti intesi a perseguire la trasmissione di uno strumento indispensabile per rendere il nostro mondo un bel posto dove vivere non solo per noi ma anche per le generazioni future.
Educazione alla legalità scuola primaria come fare
Quando ci troviamo a dover gestire bambini davvero molto piccoli, si potrebbe pensare che la situazione si complica. In realtà la cosa non è così complessa come sembra, anzi, perché i bimbi piccoli sono ancora incontaminati e quindi si può partire da zero forgiando questa idea nella loro mente. È una grande responsabilità, è vero, ma anche soddisfacente se si pensa di poter trasmettere loro concetti fondamentali per la vita sociale come il senso di comunità e il rispetto. Se infatti impareranno cosa è giusto e cosa è ingiusto, sarà facile poi applicarlo spontaneamente alle diverse situazioni.
Bisogna anche dire che in qualche modo la legalità come concetto è già presente in ognuno di noi in una forma istintiva. Quando ad esempio un bambino dice “non è giusto” riferendosi al fatto che un amichetto ha preso la sua merenda, vuol dire che già comprende il senso di questa azione interpretandola come “ingiustizia”. Senza dilagare in ambito psicologico e sulle emozioni che il bambino può vivere in questo caso e che lo portano a sentire di aver vissuto un’ingiustizia, quello che bisogna fare e dargli gli strumenti per affrontarla dentro di sé e con le altre persone coinvolte.
Il primo passo per insegnare la legalità a scuola nella fascia primaria è riuscire a far comprendere ai piccoli che ci sono delle regole di base per ogni cosa, e che grazie a queste regole tutti possiamo volerci più bene e aiutarci a vicenda. Bisognerà poi fargli capire che nel momento in cui si sentono di aver subito un’azione prepotente non devono reagire di testa loro ma rivolgersi a un riferimento adulto oppure usare lo strumento della comunicazione.
Cultura alla legalità scuole medie e superiori
L’espressione più significativa per descrivere il fine dell’educare alla legalità è quella di creare una cultura alla legalità. La cultura è infatti una parte di noi, come fosse impressa nel nostro DNA. Mentre nella scuola primaria è giusto limitarsi al gioco e ai cartoni animati, nelle scuole medie e superiori l’educazione alla legalità può avvalersi di strumenti diversi in grado di andare più in profondità. Spiegare regole o precetti, raccontare storie di personaggi storici che hanno combattuto a tutela della legalità, oppure organizzare cineforum a riguardo. Questo è ciò di cui dispongono gli educatori per trasmettere il concetto, ma è utile anche far attivare i ragazzi attraverso lo svolgimento di un tema sulla legalità o mettendosi alla prova con una ricerca sulla legalità in modo da maturare anche uno spirito critico personale.
Progetto legalità scuola un esempio
La maggior parte delle scuole sono impegnate in progetti strutturati in questo ambito. Tra questi è degno di menzione il progetto educazione alla legalità sviluppato dal regista Andrea Lucisano. Esperto di filosofia è arte, ha unito queste sue competenze per creare dei cortometraggi sul tema da sottoporre a bambini. L’aspetto interessante è che il racconto è affidato alla piccola volpe Sophia, un personaggio vicino ai ragazzini e per questo in grado di comunicare con loro.
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