Mamme infermiere: non possiamo più abbracciare i nostri figli

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Mamme infermiere: non possiamo più abbracciare i nostri figli

In questo difficile periodo ci sono mamme che stanno soffrendo più di altre. Non sono quelle che restano a casa con i loro bambini ed aspettano che il peggio sia passato, ma sono quelle che il peggio di questo periodo lo vivendo ogni giorno in prima linea negli ospedali. Sono le mamme infermiere e le mamme medico, donne eroine che stanno superando tutti i loro limiti per aiutare in questa battaglia contro il Covid-19. I Tg ci fanno solo vedere immagini, ma spesso dimentichiamo il “lato umano” del personale sanitario, uomini e donne, papà e mamma che rischiano ogni giorno in nome di un bene comune più grave: aiutare il prossimo in difficoltà. Il prossimo non è un paziente qualunque, ma un paziente con il Covid-19: rischi infiniti, mascherine con filtro, guanti, tute, precauzioni. La paura è tanta, ma la voglia di aiutare il prossimo lo è di più. Fare la mamma infermiera è una vocazione. Per molte è una vera e propria missione.  

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Essere mamma infermiera 

Ogni giorno si trovano a fronteggiare da un lato l’emergenza sanitaria da coronavirus, dall’altro la vita in casa costrette alla distanza di sicurezza con i propri familiari. Un vero e proprio incubo senza fine. Ai loro figli hanno detto la verità, hanno spiegato perché quando tornano a casa da lavoro dagli ospedali mangiano da sole e tengono le distanze, dormono sole e non danno il bacio della buonanotte ai loro figli. Alcune mamme medico hanno addirittura deciso di spostare, prima della quarantena, l’intera famiglia dai suoceri e di restare a casa da sole.  

Ma anche loro sono pur sempre essere umani e hanno paura, paura del contagio e paura del domani. Capita che piangono di nascosto la notte, quando sono stanche e stremate dopo una giornata di lavoro con turni massacranti di 14 ore e malati che aumentano senza fine ogni giorno. Alcune donne medico restano a lavoro persino 34 ore no stop, perché sempre più membri del personale sanitario vengono meno perché risultano positivi al Covid-19.  

La prima cosa che faranno quando tutto sarà finito e quando l’emergenza sarà solo un lontano ricordo sarà abbracciare i loro figli per un giorno intero.  

Mamme infermiere

In prima linea nella guerra a Covid-19 

La cosa importante è adesso mettere in sicurezza chi cura ed assiste i malati di Covid-19. Su oltre 2300 professionisti positivi al coronavirus oltre l’80% (1900 casi) sono medici ed infermieri.  

Il livello di stress dovuto al rischio altissimo che le mamme infermiere corrono ogni giorno le segnerà a lungo anche dopo l’emergenza. Sono oltre 900mila medici e infermieri che sono al momento in prima linea nella guerra a Covid-19 e tutti hanno gli stessi problemi: dispositivi di protezione individuale non adeguati, carenza di personale, turni massacranti. Non si rispettano nemmeno i riposi: il personale non c’è. Il primo compito della sanità pubblica è garantire la sicurezza delle categorie professionali di medici e infermieri che rischiano il contagio ogni giorno. La priorità del Governo è di fornire i dispositivi medici di protezione al personale sanitario. Si deve intervenire subito, oggi e non domani, perché ogni ora persa è un’ora di battaglia persa contro il coronavirus.  

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