La grammatica italiana non è tra le più semplici da imparare, per numero e complessità di regole e spesso ci si trova dinanzi a veri e propri vuoti di memoria. L’utilizzo costante di tablet e cellulari e del relativo correttore di scrittura automatico che ci segnala prontamente eventuali errori, non favoriscono esercizio e memoria. Bisognerebbe rispolverare il vocabolario! Fatto sta che i dubbi relativi all’ortografia sono molto frequenti nella scrittura di un elaborato. L’ortografia è quella parte della grammatica che studia l’utilizzo dei “segni”, come accenti ed apostrofi ed uno dei dubbi più comuni riguarda proprio come si scrive qual è / qual’è. Più precisamente se sia necessario o meno l’uso dell’apostrofo.
Qual è apostrofo o senza: l’esatta grafia secondo l’Accademia della Crusca
Della questione è stata investita l’Accademia della Crusca, una prestigiosa istituzione che riunisce i maggiori esperti di linguistica e filologia della lingua italiana. Nata a Firenze nel 1582, quella della Crusca rappresenta una delle più antiche accademie linguistiche al mondo e, da oltre quattro secoli, si impegna a garantire la “purezza” della lingua italiana. All’accademia della Crusca va anche il merito di aver dato vita al celebre Vocabolario degli Accademici della Crusca, la cui prima edizione risale al 1612. Ebbene, la soluzione fornita dall’Accademia della Crusca è che qual è si scrive senza l’apostrofo; mentre qual’è anche se costituisce una forma molto diffusa, rappresenta un errore.
‘Qual è o qual’è’ come si scrive? Forma corretta e regole grammaticali
L’apostrofo è quel segno di interpunzione che si utilizza nel caso di elisione. L’elisione si ha quando si verifica l’incontro di due vocali ed, in particolare, determina la perdita della vocale finale di una parola dinanzi alla vocale iniziale di un’altra. L’apostrofo è appunto il segno grafico che indica l’avvenuta elisione. Tuttavia nel caso di qual è non si tratta di elisione ma di apocope o troncamento. L’apocope produce la caduta della parte finale di una parola e, a differenza dell’elisione, si può verificare anche in presenza di consonante. L’apocope viene utilizzata soprattutto nella poesia e nella prosa, per questioni legate allo stile o all’uso di versi in rima.
Salvatore Claudio Sgroi ed i sostenitori dell’apostrofo
Va precisato che la questione non è rimasta priva di dibattito. Molti sono i linguisti che propendono per la versione apostrofata, ritenendo che non si tratterebbe di troncamento ma di elisione. Tra questi anche Salvatore Claudio Sgroi, professore ordinario dell’Università degli Studi di Catania nonchè uno dei massimi esperti di linguistica e filologia italiana, che propende senza riserve per il qual è. Anche per l’esimio professore, infatti, non ci sarebbe apocope nel ” qual’è” ma elisione e, di conseguenza, l’apostrofo sarebbe d’obbligo. Tuttavia le tesi maggioritaria resta quella della prestigiosa accademia fiorentina e qual è rappresenta, pertanto, la forma corretta. La regola, ovviamente si applica anche al passato, dove tra la forma qual era o qual’era, va preferita la prima. Attenzione invece alla forma plurale, dove “qual erano” mantiene l’apostrofo. Nella forma plurale infatti si verifica un’elisione e non un troncamento, dovuta all’incontro di due vocali, appunto “quali erano” che rende necessario l’uso dell’apostrofo.