Clownterapia: cos’è, Patch Adams, naso rosso

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clownterapia

Amore, solidarietà e altruismo…sono queste le parole chiave per descrivere coloro che decidono di dedicare la propria vita ad aiutare i meno fortunati. Molto spesso sono proprio i principali mass media, come televisione e testate giornalistiche, a ricordarci quanto l’indifferenza faccia da padrona nella nostra quotidianità e questo non possiamo assolutamente accettarlo. Considerando che sono proprio queste le principali fonti di informazione, ci sembra doveroso dedicare del tempo anche all’altra faccia della medaglia, soprattutto a  quelle attività che grazie alla volontà di persone comuni riescono a regalare un po’ di serenità e voglia di sognare a chi, per svariati motivi, sembra non avere più la forza per farlo.

I principali protagonisti in queste vicende sono spesso  bambini e  anziani, considerati le fasce più deboli e quelle di cui sembra sempre più facile poter approfittare. Proprio loro, invece, dovrebbero essere considerati quel “patrimonio” da conservare e tutelare ad ogni costo, poiché rappresentano il passato ed il futuro delle nostre generazioni.

Clown therapy

Con il termine clownterapia o terapia del sorriso, nato dall’unione di due parole clown + terapia, si definisce un nuovo tipo di medicina alternativa che studia le proprietà del pensare positivo e del sorriso. Proprio quest’ultimo deve essere considerato il principio da cui parte tutto, nonchè il biglietto da visita che permette di rapportarsi ed entrare in sintonia con il prossimo rivelandosi uno strumento efficace per la guarigione.

L’origine si deve a Patch Adams che iniziò a formulare una teoria sulla felicità partendo proprio dalle esperienze negative della sua vita fino ad arrivare a fondare un ospedale, il Ghesundheit Istitute, nel quale le cure vengono offerte gratuitamente sulla base di compassione, solidarietà e amicizia.

Lo scopo è proprio quello di riuscire a trasformare un reparto o la camera d’ospedale in un ambiente magico in cui la risata diventa strumento di gioia e sicurezza, grazie alla presenza di clown in corsia.  E’ fondamentale stabilire un rapporto di fiducia e confidenza con i ricoverati, capace di far dimenticare, almeno per un momento, la quotidianità della vita ospedaliera, a vantaggio della fantasia e dell’immaginazione. La clawnterapia mira anche al coinvolgimento dei familiari dei piccoli pazienti, proprio perché i miglioramenti del malato vengono vissuti e condivisi anche da coloro che lo circondano.

La clownterapia rappresenta sicuramente una svolta per la medicina tradizionale, non possiamo però ovviamente affidarci solo ed esclusivamente a questa cura alternativa ma è importante in caso di malattia sottoporsi a tutte le terapie adeguate e consigliate dai medici professionisti.

PATCH ADAMS

Hunter Doherty, in arte Patch Adams, nasce a Washington il 28 maggio del 1945. Già da adolescente mostra la sua natura un po’ “fuori dalle righe”, decide di diventare medico dopo esser stato ricoverato in una clinica per malattie mentali a causa di una forte depressione. Il soggiorno di due settimane nel reparto psichiatrico di Fairfax fu il giro di boa della sua vita. Qui conobbe Rudy, suo compagno di stanza, sofferente di una solitudine che egli non avrebbe mai sognato potesse esistere e che al confronto il suo dolore sembrava un’inerzia. Lo aiutò a superare le sue paure grazie a un giochetto divertente, ed ecco qui come il sorriso e la spensieratezza rappresentino l’antidoto più efficace e genuino per iniziare un processo di guarigione. Era importante quindi creare in primis un rapporto medico-paziente badato sulla complicità, decise di ampliare le sue conoscenze attraverso la lettura di libri e riviste interamente dedicate alla felicità e all’amicizia, cominciando così a dedicare la sua vita a questa “terapia alternativa”.

Si iscrisse alla facoltà di medicina al Medical College of Virginia ma, la sua carriera universitaria venne molto criticata a causa della sua mentalità rivoluzionaria con cui intendeva curare i pazienti. Cercava di instaurare un rapporto empatico, si infiltrava tra i reparti senza alcuna autorizzazione per stare vicino ai malati, presentandosi a loro in modo comico con battute e risate. Ovviamente questa sua coinvolgente stravaganza stravolse completamente alcuni dei principi cardine della medicina occidentale moderna, come l’utilizzo di identificare i pazienti con il nome della malattia e non con la persona, porre domande veloci e invasive per stabilire gli esami da richiedere, il personale dell’ospedale che non era preparato al lavoro di squadra per alleviare la sofferenza dei degenti, tutte tecniche lavorative che andavano a discapito dello stato d’animo del paziente. Patch sostiene che l’umorismo può stravolgere una funzione di anestetico naturale e permette di accorciare le distanze tra medico e paziente. Con questa filosofia intitola il suo progetto “Pensare positivo” che prevede di fornire cure mediche gratuite tenendo presente gli interessi del paziente e del personale sanitario.

Il suo sogno cominciò con una visione astratta immaginando un ospedale diverso dove si curava il paziente e non la malattia. Progetto che si realizzò nel 1971 con la fondazione del Ghesundheit Istitute, una casa ospedale dove ha curato gratuitamente oltre 150.000 persone con l’aiuto di volontari e finanziatori.

GELOTOLOGIA: SCIENZA DELLA RISATA

La gelotologia è una nuova disciplina che studia in modo metodico la risata, il buon umore e il pensiero positivo rispetto alle loro potenzialità terapeutiche. Le emozioni positive devono servire in funzione di prevenzione, riabilitazione e formazione. Questa scienza costituisce un ponte tra la biologia, la psicologia, l’antropologia e la medicina, ma nonostante non compaia nei dizionari medici viene considerata la base di questa “cura alternativa”. Ridere attiva tutte le parti del corpo umano: il cuore e la respirazione accelerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Essa cura il paziente non considerandolo solo in funzione della sua malattia bensì con un approccio che va dall’intervento chirurgico al semplice buonumore con la finalità di migliorare la qualità della vita. La Psiconeuroendocrinoimmunologia (P.N.E.I.) è la base di questa scienza che ha dimostrato la diretta influenza delle emozioni e degli stati mentali sul sistema immunitario e viceversa.

 

 

 

 

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